Lauda non accusa Suzuka

Lauda non accusa Suzuka
"Non è stato fatto nulla di sbagliato, ma si può imparare perché certe cose non si ripetano", è il suo pensiero

05.10.2014 ( Aggiornata il 05.10.2014 15:51 )

In un Gran Premio, quello giapponese, in cui molti si sono scagliati contro o a favore dell'impiego della safety car - spesso cambiando idea nel giro di una decina di minuti - e più in generale si sono espressi criticamente (o polemicamente) sulle decisioni della direzione di gara e della FIA, c'è qualcuno che invece dice chiaramente che "non è stato fatto nulla di sbagliato", anche se si poteva fare meglio: parliamo di Niki Lauda. Dopo (avverbio che implica l'uso del "senno di poi") l'incidente di Jules Bianchi, sono piovute lamentele sul fatto che non era stata messa in pista la safety car in occasione dell'intervento dei commissari sulla vettura di Sutil (magari dopo essersi lamentati perché si è partiti con la safety car medesima), ma proprio iniziando dal via "neutralizzato" Lauda parte affermando che è stato giusto così: «È stata la giusta decisione, quella di partire e di farlo con la safety car. Proprio perché sono partiti in questo modo, non c'è stato nessun incidente. La partenza è stata data in modo prudenziale, e non è stato sbagliato. Forse però si poteva partire prima». Lauda tuttavia non fa riferimento all'orario delle 11 di mattina di cui si discuteva già venerdì, ma ne propone uno suo: «Con quelle che erano le previsioni, si poteva far iniziare la gara alle 13 anziché alle 15. Però non sono io a prendere queste decisioni. Anche se alla fine sarebbe stato meglio». Una considerazione che si allinea con le voci per cui il mancato anticipo del GP non sarebbe dovuto a resistenza di FIA e direzione gara, bensì da parte degli organizzatori. Per quanto successo in occasione dell'incidente a Sutil e poi a Bianchi, non punta il dito: «La macchina di Sutil era lontana dall'asfalto e in circostanze normali sarebbe stata portata via senza che ne avessimo da discutere. Oltretutto l'uscita era davvero vicina, per cui la decisione era comprensibile. Ma alla fine si è dimostrata sbagliata. Questo ci ricorda che l'automobilismo è pericoloso, "motorsport is dangerous". Solo che ci abituiamo quando non succede nulla per un po', e poi ci sorprendiamo». Questo tuttavia non significa che Lauda accetti certi incidenti in modo fatalistico: «Dobbiamo sempre ricordarci che questo sport è pericoloso. Anche quando succede per l'insieme di varie situazioni come in questo caso: una macchina che esce, e l'altra che esce solo un giro dopo e quando c'è il trattore. È un insieme di fattori sfortunati. Però bisogna trarre una lezione da tutto questo: che in caso di gara bagnata o con condizioni difficili come oggi, si può agire in modo differente per far sì che le cose vadano diversamente». Insomma, il concetto sarebbe quello per cui nell'affrontare le varie situazioni i responsabili federali hanno agito in modo sostanzialmente corretto, e che quel che è accaduto di negativo deve però dare lo spunto per evitare che certe cose si ripetano. L'esperienza deve servire, insomma. Speriamo solo non sia troppo cara... Maurizio Voltini

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