Analisi GP: Hamilton allunga, Vettel risale

Analisi GP: Hamilton allunga, Vettel risale
L’inglese della Mercedes mette a segno l’ottavo centro stagionale e il primo a Suzuka. Secondo podio consecutivo di Vettel, ora quarto nel mondiale

05.10.2014 ( Aggiornata il 05.10.2014 18:56 )

Prima delle drammatiche notizie che sono arrivate nel pomeriggio di Suzuka, erano emerse delle considerazioni sulla corsa conclusasi dopo 44 giri del tracciato giapponese. Valutazioni che sembrano lontane anni luce dalle preoccupazioni sullo stato di salute di Bianchi, e che riportiamo nella speranza che in brevissimo tempo si possa tornare a parlare di corse e di un Jules in veloce recupero. Con l’ottava vittoria stagionale, la terza consecutiva e anche la prima su questo circuito, Lewis Hamilton ha messo a segno un allungo che potrebbe risultare determinante a fine stagione. Il pilota inglese ha disputato una corsa impeccabile, gestendo al meglio il suo ruolo di cacciatore. Già nei giri percorsi prima della vera partenza dietro la safety car, Hamilton ha mandato segnali inequivocabili sulla sua voglia di voler iniziare a spingere sull’acceleratore. Il suo «Dai, Charlie, andiamo», rivolto al direttore di gara Whiting, è stato molto esplicativo. Rosberg da parte sua non ha regalato nulla, ma sin dalle prime battute ha più volte comunicato al team di avvertire un forte sovrasterzo. Una difficoltà che anche Hamilton, per 28 giri dietro il tedesco, ha avuto modo di vedere: «Ero più veloce di Nico ma vedevo che aveva un problema di sovrasterzo all’ultima curva. Così in uscita dalla chicane sono riuscito ad affiancarlo con il DRS ed ho avuto molta fiducia sul bilanciamento della mia macchina per fare quel sorpasso». Rosberg ha accettato la giornata di grazia del compagno di squadra, con l’unico dubbio legato ai problemi d’assetto, da cui Hamilton è stato apparentemente immune pur avendo un setup molto simile al compagno. Rosberg ha qui limitato a 7 lunghezze il passivo dal compagno di squadra (10 in totale i punti che separano i due piloti), ma il parziale di 75 a 36 nelle ultime tre gare inizia a sembrare un cambio di passo a cui Rosberg dovrà rispondere già tra 7 giorni a Sochi. Dietro una Mercedes imprendibile è stata una giornata decisamente positiva in casa Red Bull. Su fondo bagnato il carico aerodinamico di Vettel e Ricciardo ha riportato il tandem del team ex-campione del mondo ad un ruolo da protagonista. Soprattutto nei confronti delle due Williams, che sono naufragate sotto la pioggia giapponese. In certe fasi, quando le due Mercedes hanno tirato un po’ il fiato prima dell’ultimo pit-stop, è sembrato addirittura che Vettel e Ricciardo potessero andare ad infastidire le due frecce d’argento, ma l’obiettivo non era realisticamente alla loro portata. Dopo un recupero con sorpassi decisamente spettacolari, il rush finale sembrava voler proporre l’ennesimo scontro stagionale tra Vettel e Ricciardo. Al giro 46, quando le vetture sono state richiamate in pit-lane dalle direzione gara, era l’australiano ad occupare la terza posizione perché il tedesco era appena passato a cambiare le gomme, ma il termine definitivo della gara ha accorciato (come da regolamento) la corsa di due tornate, consegnando a Vettel la coppa del terzo posto. Un piazzamento meritato, che ha consentito a Sebastian di portarsi al quarto posto nella classifica di campionato superando Fernando Alonso. La domenica giapponese ha premiato anche un Jenson Button al quale le voci di mercato (tutt’altro che incoraggianti) evidentemente hanno fatto molto bene. L’inglese è tornato protagonista grazie ad un primo pit-stop strategicamente perfetto, che assieme al fatto di aver gestito magistralmente i primi difficili giri lo ha proiettato in terza posizione. Un piazzamento che Button ha difeso con i denti, cedendo solo agli attacchi delle due Red Bull e conquistando con merito la quinta piazza. Roberto Chinchero

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