Morto Ducarouge, il tecnico delle Lotus di Senna

Morto Ducarouge, il tecnico delle Lotus di Senna
Ricordiamo chi era il progettista che fu uno degli artefici della F1 Anni '70 e '80. Dalla Matra di Stewart all'Alfa Romeo di De Cesaris, alla Lotus di Ayrton

25.02.2015 ( Aggiornata il 25.02.2015 09:13 )

Per tutto il mondo della F1 resterà sempre e soltanto il “Duca”, come lo chiamavano tutti scherzosamente abbreviando il suo nome. Gerard Ducarouge, francese, classe 1941, scomparso il 24 febbraio all’età di 73 anni, era uno dei più famosi progettisti di F.1 degli Anni ‘70 e ‘80. Assieme a Forghieri, Gordon Murray della Brabham, a Patrick Head della Williams, a Postlethwaite, Ducarouge è stato uno dei grandi tecnici che hanno guidato la rivoluzione delle monoposto nell’epoca delle vetture ad effetto suolo. Poliedrico, geniale, innovativo, ma anche capace di assimilare le buone idee mal declinate dai suoi colleghi e perfezionarle, Ducarouge vinse con tanti piloti e tante squadre ma soprattutto legò il suo nome a quello di Ayrton Senna. Con lui cui creò una speciale simbiosi e per il quale costruì la Lotus 96T con cui Senna conquistò nel 1985 una lunga sequenza di pole position che lo lanciarono nel firmamento della F1 e la prima vittoria della sua carriera a Estoril sul bagnato. Ma già prima di Senna Ducarouge si era rivelato: aveva fatot studi di aeronautica, e si occupò di missili lavorando alla Matra. Per cui, quando il colosso francese della missilistica decise di costruire anche automobili, Ducarouge mise la propria esperienza “spaziale” nelle auto da corsa e ottenne subito risultati eclatanti. Progettò le Matra F.3 e F2 che alla fine degli Anni ‘60 dominarono le categorie, poi “firmò” la Matra Ms80 con cui Jackie Stewart vinse il suo primo titolo mondiale nel 1969 con la squadra di Ken Tyrrell. Quando la Matra decise di dedicarsi alle corse Endurance, Ducarouge progettò le Ms660 e 670 che sbancarono la 24 ore di Le Mans nei primi Anni ‘70 battendo Ferrari e Alfa Romeo. Poi quando la Matra chiuse passò alla F1 con Ligier per un progetto di F1 tutta francese. Lavorò anche in Italia quando nel 1982 arrivò all’Alfa Romeo convincendo Chiti e la squadra itasliana ad abbracciare la tecnologia nascente della fibra di carbonio per la nuova Alfa F.1 che corse con Andrea De Cesaris. Fu un legame che portò pochi risultati e finì con uan rottura fra tante polemiche. Così Ducarouge passò alla Lotus, dopo la morte di Chapman, perrisollevare le sorti del team nero e oro. E ci riuscì prima con Elio De Angelis, che con la Lotus di Ducarouge arrivò terzo nel mondiale F1 1984, poi con Ayrton Senna nel quale Ducarouge trovò il pilota con cui sposare perfettamente le proprie idee. Per Senna Ducarouge disegnò la Lotus 97T, la prima F1 della storia con le sospensioni attive a controllo elettronico. La simbiosi di Ducarouge con Senna era fortissima: tanto che i due fra loro per capirsi meglio scelsero di parlare fra loro l’italiano, la lingua comune che entrambi padroneggiavano meglio di tutti, suscitando le ire del d.s. Peter Warr che si ingelosiva perché non capiva le loro parole. Il sodalizio Ducarouge-Senna durò tre anni e finì quando il brasiliano entrò nell’orbita Honda e a fine 1987 abbandonò la Lotus e Ducarouge per la McLaren. Da lì la carriera del Duca, senza un forte pilota di riferimento, cominciò a declinare e nel giro di pochi anni, dopo una parentesi alla Larrousse, si ritirò dalla F1 per tornare alla Matra a fare il consulente di ingegneria. Ducarouge lascia alla storia della F1 tante innovazioni e macchine vincenti. Ma anche il ricordo per una F1 ancora a misura d'uomo dove la genialità di un solo tecnico di forte personalità poteva sollevare da terra le sorti di una squadra. Alberto Sabbatini

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