Se si cerca un po’ di sale sulla Formula 1, chiedere a
Briatore. Che abbia ragione, poi, è tutto da vedere, perché l’analisi del mondiale per come si è corso finora non è pienamente condivisibile. Ai microfoni di GR Parlamento, il manager cuneese va cauto e sulla
ritrovata, reale, competitività al vertice è più che mai dubbioso. Le
Mercedes? Non vanno a tutta. Come?
«La Mercedes non vuole far vedere il suo strapotere, altrimenti verranno cambiate le regole. Ha l’interesse a non stravincere».
Difficile essere d’accordo con questa visione. Se non fossero andati a tutta in Bahrain,
Rosberg specialmente, forse non sarebbe andato
in crisi l’impianto frenante. Se non fosse andato a tutta in Bahrain
Hamilton in avvio gara, probabilmente
non avrebbe messo tra sé e Vettel il deserto nei primi 10 giri. Controllare un Gran Premio in certe fasi è anche normale, poi se si parla di stravincere, quella in Cina cos’è stata? Non servono i distacchi da misurare con la clessidra per capire quanto a Shanghai
Hamilton e Rosberg fossero saldamente davanti alle Rosse.
Quando parla, invece, di
Bernie Ecclestone e della
leadership necessaria in Formula 1, invece, si legge una visione condivisa da altri all’interno del Circus, che
rimpiangono la presidenza e il decisionismo di Mosley al vertice della federazione. Senza
Ecclestone, con una maggiore “democrazia”, non sarà un bene per la Formula 1:
«Se non è immortale, resterà ancora un anno o due».
Addirittura è convinto che abbia la forza di fare una nuova Formula, quella che si sa vorrebbe
senza power unit e ritorno ai V8 con Kers o con una convivenza tra due regolamenti:
«Dovrebbe avere più supporto dalla CVC e dalla Fia. Dopo Ecclestone non ci sarà più un personaggio come lui. Se rimarrà la CVC, farà una ricerca su un amministratore delegato, magari americano, e la F1 sarà controllata da un board, collegialmente». E’ quel che serve? Secondo
Briatore, no. L’uomo solo al comando è essenziale:
«Ci vuole sempre un piccolo-grande dittatore che dia le regole».
L’ultimo passaggio è legato alla
successione Ferrari, quella al sedile di
Kimi Raikkonen. Chiarisce che lui terrebbe ancora Kimi e se alternativa dev’essere, il nome di
Bottas è tra i preferiti ma non il solo:
«Il mio favorito è sempre Ricciardo, ma è bloccato alla Red Bull».
Fabiano Polimeni