Briatore: Mercedes non vuole stravincere

Briatore: Mercedes non vuole stravincere
Il manager parla del mondiale, della successione a Ecclestone e del bisogno di un «piccolo-grande dittatore» in F1

04.05.2015 ( Aggiornata il 04.05.2015 17:44 )

Se si cerca un po’ di sale sulla Formula 1, chiedere a Briatore. Che abbia ragione, poi, è tutto da vedere, perché l’analisi del mondiale per come si è corso finora non è pienamente condivisibile. Ai microfoni di GR Parlamento, il manager cuneese va cauto e sulla ritrovata, reale, competitività al vertice è più che mai dubbioso. Le Mercedes? Non vanno a tutta. Come? «La Mercedes non vuole far vedere il suo strapotere, altrimenti verranno cambiate le regole. Ha l’interesse a non stravincere». Difficile essere d’accordo con questa visione. Se non fossero andati a tutta in Bahrain, Rosberg specialmente, forse non sarebbe andato in crisi l’impianto frenante. Se non fosse andato a tutta in Bahrain Hamilton in avvio gara, probabilmente non avrebbe messo tra sé e Vettel il deserto nei primi 10 giri. Controllare un Gran Premio in certe fasi è anche normale, poi se si parla di stravincere, quella in Cina cos’è stata? Non servono i distacchi da misurare con la clessidra per capire quanto a Shanghai Hamilton e Rosberg fossero saldamente davanti alle Rosse. Quando parla, invece, di Bernie Ecclestone e della leadership necessaria in Formula 1, invece, si legge una visione condivisa da altri all’interno del Circus, che rimpiangono la presidenza e il decisionismo di Mosley al vertice della federazione. Senza Ecclestone, con una maggiore “democrazia”, non sarà un bene per la Formula 1: «Se non è immortale, resterà ancora un anno o due». Addirittura è convinto che abbia la forza di fare una nuova Formula, quella che si sa vorrebbe senza power unit e ritorno ai V8 con Kers o con una convivenza tra due regolamenti: «Dovrebbe avere più supporto dalla CVC e dalla Fia. Dopo Ecclestone non ci sarà più un personaggio come lui. Se rimarrà la CVC, farà una ricerca su un amministratore delegato, magari americano, e la F1 sarà controllata da un board, collegialmente». E’ quel che serve? Secondo Briatore, no. L’uomo solo al comando è essenziale: «Ci vuole sempre un piccolo-grande dittatore che dia le regole». L’ultimo passaggio è legato alla successione Ferrari, quella al sedile di Kimi Raikkonen. Chiarisce che lui terrebbe ancora Kimi e se alternativa dev’essere, il nome di Bottas è tra i preferiti ma non il solo: «Il mio favorito è sempre Ricciardo, ma è bloccato alla Red Bull». Fabiano Polimeni

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