Analisi Spagna: strategie prima o… poi

Analisi Spagna: strategie prima o… poi
È lecito analizzare e criticare le tattiche di gara, ma nel caso Ferrari non si devono dimenticare alcune necessità contingenti e future

10.05.2015 ( Aggiornata il 10.05.2015 23:40 )

Partiamo dal risultato finale: le due Mercedes davanti a tutti, le Ferrari a seguire, però con una Williams inserita fra loro anche per via della scarsa posizione di partenza di Raikkonen. Tutta normale routine, verrebbe da dire. Oltretutto Vettel ha lasciato solo 3 punti a Hamilton, in questa occasione. Ma in realtà la gara della Ferrari ha lasciato adito a parecchie e per tanti versi comprensibili critiche in merito alle scelte operate, sia tattiche che tecniche. E non parliamo solo della gara, ma pure delle prove. Bisogna però anche essere realisti e non ragionare solo con il "senno del poi", specialmente in questo caso. Se infatti è lecito poter giudicare anche a posteriori eventuali errori nella gestione della gara, come successo per esempio in merito al ritardo nei pit-stop di Raikkonen nel GP in Bahrain, stavolta si rischia di fare l'effetto di un loop alla "serpente che si morde la coda". Per chiarire, troviamo poco corretto, se non illogico, criticare la scelta di differenziare le novità sulle due vetture, proprio sulla base dei differenti riscontri di Vettel e Raikkonen: dopotutto, se non si fosse fatto così, questi riscontri non sarebbero mai saltati fuori… Per questo è da giudicarsi positiva e logica anche la scelta - che "imputiamo" a pari responsabilità sia a Kimi che alla squadra - di riportare la SF15T del finlandese alla configurazione "pre-Barcellona" o quasi. Non bisogna dimenticare che solo la Red Bull ha portato una quantità di aggiornamenti paragonabile a quella della Ferrari, qui. Un lavoro di applicazione e valutazione che sarebbe stato assolutamente arduo già in una situazione normale. Ma venerdì le condizioni della pista hanno reso difficilissima, per non dire impossibile, qualsiasi verifica. Non solo per la Ferrari, beninteso, ma per quasi tutti. A maggior ragione per chi doveva valutare nuovi elementi o, come Raikkonen, ha pure avuto altri problemi. A questo punto è stata una scelta logica quella di poter valutare le novità tecniche a parità di condizioni "istantanee", differenziandole sulle due vetture. Oltretutto con Kimi che non si trovava con la macchina del venerdì e dunque ne preferiva una più a punto come assetto anche se con pezzi "vecchi". Poi si è proseguito, ottenendo una quantità di dati "reali e utilizzabili" per effettuare le opportune valutazioni da qui al prossimo GP (Montecarlo, per inciso). In caso contrario, il rischio più che concreto era di ottenere dati di nessuna effettiva utilità, perché sarebbe stato impossibile capire se gli aggiornamenti erano davvero più lenti "di proprio" o no. In questo modo non si è sacrificata una gara, ma solo metà, per così dire. Con tutto che se non si agisce così in una situazione come questa, quando tanto ormai le Mercedes avevano preso un vantaggio arrivato fino a 8 decimi, allora quando? E poi, siamo sicuri che una gara in cui si è fatto 3° e 5° sia davvero da considerare buttata via? Oltretutto per un lavoro che servirà in un futuro nemmeno distante. A questo punto si arriva alla strategia di gara vera e propria. Questa talvolta è parsa un po' caotica, ma più che altro da parte di chi già non si raccapezzava sui motivi delle differenze tecniche e voleva a tutti i costi "fotocopiare" le tattiche altrui in tempo reale. Le critiche maggiori sono andate appunto al fatto di non aver "seguito" Hamilton con Vettel, e di aver fatto montare gomme dure a Raikkonen nello stint centrale. Non siamo d'accordo, e non soltanto perché pure Arrivabene, che non è certo accomodante, ha detto a fine gara: «Nessun errore di strategia: con 3 soste niente podio». Infatti se Vettel è riuscito a fare ostruzione su Hamilton fino al momento della seconda sosta ai box, è solo perché nella prima i meccanici Mercedes avevano perso tempo con una ruota. Ma dopo la seconda sosta, Lewis a gomme fresche (sebbene fossero dure) ha recuperato immediatamente 3 secondi e mezzo in un giro. Visto che il suo distacco precedente variava da 0"5 a 0"8, non serve nemmeno un pallottoliere per capire che anche sostando subito Sebastian sarebbe rientrato in pista alle spalle dell'inglese. Non era nemmeno possibile prevederne in anticipo le mosse (chi si aspettava la sosta dopo soli 19 giri con gomme nuove?) a meno di non avere la classica sfera di cristallo (o software equivalente, ammesso esista…). Anzi, cambiare strategia a quel punto non solo non sarebbe servito, ma avrebbe esposto Vettel a un attacco da parte di Bottas. Parlando di finlandesi, passiamo dunque ad analizzare la corsa di Raikkonen: in termini puramente velocistici, la sua gara è stata da 4° posto, pur partendo dal 7°. Non è stato possibile solo perché "bloccato" dietro a Bottas quasi impossibile da superare per i problemi aerodinamici in scia. Si pensa sarebbe stato meglio effettuare il secondo stint con le Pirelli medie anziché le dure. Ma a parte che la differenza fra le due mescole in gara non è stata così marcata come in prova, e a parte che l'alternanza Option-Prime-Option è più "nelle corde" di Kimi, in quel momento c'era pure la possibilità che la strategia Williams fosse su tre soste, quando invece Raikkonen era stato fra gli ultimi a cambiare le gomme del via. Oppure si poteva cadere nella situazione di trovarsi già dopo poco ancora in scia di Bottas, anticipando semplicemente il problema. Insomma, non è che alla fine il semplice fatto di "fare diverso" avrebbe davvero consentito anche di "fare meglio", anzi quasi sicuramente l'opposto. E dopotutto non dobbiamo dimenticare un fattore di fronte al quale tutte le strategie possono ben poco: quando vai più piano di 7 decimi al giro, non c'è tattica che tenga. E se infatti vogliamo vedere la classifica, non è che i risultati non rispecchino la velocità propria delle varie monoposto in gara, no? Però con la "novità" di Rosberg davanti a tutti che si spera possa tenere un po' più aperto il mondiale rispetto a quanto pareva finora. Maurizio Voltini

La fotogallery del GP di Spagna


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