F1: la telemetria “inchioda” Verstappen, Hakkinen lo difende

F1: la telemetria “inchioda” Verstappen, Hakkinen lo difende
Dalla Lotus rivelano i dati sulla frenata di Grosjean, mentre l’ex iridato critica Ricciardo

27.05.2015 ( Aggiornata il 27.05.2015 18:04 )

Da un lato raccoglie la “solidarietà” di Mika Hakkinen, dall’altro Max Verstappen viene inchiodato alle sue responsabilità dalla telemetria. Su Twitter è Alan Permane a rispondere alle accuse di una frenata anticipata che l’olandese aveva mosso a Grosjean nell’immediato dopogara. «Romain ha frenato 5 metri più tardi che nel giro precedente, i dati sono stati accettati dalla Fia per cui la penalità è stata per Max e non Romain. La Fia ha tutte le informazioni ed erano soddisfatti del comportamento di Romain. Max la supererà, è un talento enorme». Anche sullo spostamento leggermente verso destra fatto dal francese, va considerata come una manovra difensiva, consentita dal regolamento, spiega Permane: «Ti è permesso muoverti un po’, non è stato un andare a zig zag sulla pista». Molto più indulgenti con Verstappen sono, invece, Mika Hakkinen e Jan Lammers. Il campione del mondo - a dire il vero basandosi sugli elementi visti in tv - ha commentato: «Se la Lotus non avesse cambiato traiettoria e velocità, è probabile che il sorpasso si sarebbe completato con successo. A mio avviso, queste penalizzazioni non sono giuste». Un po’ a sorpresa, è invece critico sul comportamento di Ricciardo e a Ilta Sanomat aggiunge: «Daniel ha dimostrato molte volte che appena qualcuno lascia uno spazio, si lancia dentro senza pensare se ci siano o meno rischi eccessivi». Altro ex pilota schierato in difesa di Verstappen è Jan Lammers, con non poco spirito nazionalistico, che al De Telegraaf dice: «Chiunque abbia interesse nella Formula 1 dovrebbe ringraziare Dio per l’arrivo di Max. Grazie a lui le persone guardano di nuovo le gare in punta di sedia, poi arriva questa penalizzazione… mi chiedo cosa vogliano le persone. Non è un motivo sufficiente dire che ha 17 anni e vogliono dargli un segnale. Penso che andando a sbattere contro la barriera sia stato un segnale sufficientemente chiaro». Fabiano Polimeni

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