Hamilton e la guida da kartista

Hamilton e la guida da kartista
L'inglese "butta" bene la Mercedes nelle curve di Montreal e fa la pole numero 44, come quello di gara

06.06.2015 ( Aggiornata il 06.06.2015 21:20 )

Lewis Hamilton porta il numero 44 sulla monoposto e in Canada ha fatto la 44ª pole della carriera. A livello di vittorie se la gioca ancora con Vettel e Alonso, ma se guardiamo il giro secco è lui il Re assoluto dell’ultimo decennio. Davanti a lui in termini di pole ci sono soltanto Vettel il cui vantaggio ormai è di una sola pole (45 a 44) e poi Senna e Schumacher. Nel giro di un paio di Gran Premi Hamilton sarà il pilota in attività con più pole position. Ma quel che rende più l’idea della sua superiorità sul giro singolo è che Hamilton quest’anno su 7 gare ha fatto ben 6 pole. Ne ha fallita una sola. Se avete visto dal camera car della sua Mercedes il modo in cui affronta la staccata e la chicane prima del traguardo - un cambio di direzione mozzafiato in cui si stacca da 335 km/h e si frena a fondo scalando in 3ª marcia - col motore impallato in frenata e l’auto che “gratta” sul terreno e saltella e quel muro all’esterno che va lambito per sfruttare ogni centimetro di pista ma non colpito - avrete capito dove è la chiave della superiorità di Hamilton sul giro secco. “Questa è una pista dove devi guidare da kartista, devi buttar la macchina a destra e sinistra molto velocemente. Penso di avere lo stile giusto per guidare così e trarne il massimo”. “Oggi è stato tutto fantastico - ha proseguito Hamilton - anche se non è stata una giornata semplice perché nelle libere 3 (quelle di sabato mattina, ndr) non ho fatto nemmeno un giro per una serie di circostanze. E poi non avevo una buona sensazione in frenata. Poi Nico era veloce. Ma qui nel mio primo anno di F.1 ho fatto la pole e ho vinto la prima gara nel 2007 e tornare qui e fare la 44ª pole è stata una cosa speciale”. Hamilton era arrivato in Canada accompagnato dalla registrazione dell’audio del pasticcio combinato a Montecarlo dove si è capito che la colpa era soprattutto del pilota, delle sue ansie e delle sue paure. Ma ha messo da parte i ricordi cattivi. “Il team ha ritrovato l’unità e le forze per aiutarmi a battere Nico qui”, dice. Hamilton spiega anche che poteva addirittura fare di più di quell’1’14”393 con cui si è assicurato la pole. “Il primo giro (quello dell’114”393) è stato buono, poteva esser migliore, l’altro avevo iniziato bene ma poi nel settore centrale non sono riuscito a muovermi bene nei cambi di direzione. È stato difficile anche scaldare le gomme”. Infatti è risultato più lento di 2 decimi (1’14”5) ma la soddisfazione è che si sommassero i due giri lui avrebbe i due migliori tempi della sessione. L’intera prima fila sarebbe soltanto sua. Rosberg è staccato di 3 decimi. Alberto Sabbatini

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