F1, Mansell: Hamilton può battere Schumacher

F1, Mansell: Hamilton può battere Schumacher
L’ex iridato crede nel suo pupillo e suggerisce le modifiche che la Formula 1 dovrebbe adottare

11.06.2015 ( Aggiornata il 11.06.2015 14:12 )

Non fa mistero del suo tifo per il campione del mondo in carica, Nigel Mansell. Il Leone, ospite di Sky Sports UK, va anche oltre e prospetta un futuro nel quale poter dare la caccia al record di titoli di Schumacher. Per il momento il parziale è 7 a 2 e con la giusta dose di realismo si deve ammettere che il terzo titolo può perderlo solo lui quest’anno. Avvicinare e battere Schumi è impresa titanica: il trentenne di Stevenage si è legato a quello che è il miglior progetto sulla piazza al momento, altri tre anni che dovrebbero garantirgli la competitività al vertice, stante la relativa stabilità regolamentare. «Sanno tutti che sono un tifoso di Lewis e sta facendo un lavoro sensazionale. La Mercedes rappresenta il meglio in assoluto e con il suo supporto può forse andare a caccia del record di Michael. La strada è molto, molto lunga ma possibile, perché in Mercedes vorranno restare i migliori per tanto tempo ancora». Che lo vogliano è scontato, meno è un dominio totale, con gli avversari destinati a ritornare minacciosi, prima o poi. Hamilton a parte, Mansell dice la sua anche sulla Formula 1 moderna, esercizio sul quale praticamente chiunque si è cimentato recentemente. «Alcune delle attuali regole hanno bisogno di aggiustamenti. Il DRS è una finzione, un aiuto, e chi è in scia non deve giocare a scacchi per programmare dove potrà superare», spiega. Sul fronte delle gomme sposa la linea di un’impronta maggiore a terra: «Sebbene la Pirelli abbia fatto il lavoro che gli è stato chiesto, le gomme dovrebbero tornare alla vecchia misura, quando erano molto larghe e con tanto grip». Sogna anche uno scenario difficilmente immaginabile oggi, quando dice: «Se il pilota vuole entrare in curva di traverso e frenare molto tardi, potrà farlo con gomme più grandi e dal grip maggiore». Il pensiero di Mansell si allinea a quello di quanti ritengono che i piloti non siano messi nelle condizioni di esprimere le loro potenzialità, vincolati dalle indicazioni degli ingegneri e aiutati dall’elettronica, eccessiva e invadente: «La cosa grandiosa di un tempo è che dovevano bilanciare la macchina da sé, oggi ci sono troppi ingegneri che dicono come farlo. Andrebbe ripensato anche il Kers, è molto utile e può essere gestito dal pilota giro dopo giro, per attaccare o difendersi, ma eliminiamo gli aiuti e lasciamo guidare i piloti come erano abituati a fare». Ecco, come erano abituati a fare, chi? E’ un dato di fatto che un’intera generazione di piloti non abbia preso minimamente contatto con la Formula 1 che, giustamente, vorrebbe Mansell. Un “ritorno ai concetti basilari” sarebbe il più grande differenziatore di prestazioni che si possa immaginare. Fabiano Polimeni

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