Vettel e quelle nuvole nere...

Vettel e quelle nuvole nere...
Il tedesco fa il meteorologo e guardando il cielo prende la decisione che gli vale un insperato 3° posto finale a Silverstone

05.07.2015 ( Aggiornata il 05.07.2015 18:43 )

Aver imboccato la pitlane alla fine del 43° giro come aveva fatto poco prima Hamilton, ha letteralmente "trasformato" la gara di Sebastian Vettel, che fino al momento del precedente pit-stop di Raikkonen non era salito più in là del sesto posto. Invece l'acquazzone sceso proprio in quel momento lo ha fatto salire in terza piazza quando le Williams sono passate anche loro al cambio gomme, giusto un giro più (troppo) tardi. «Un azzardo? - commenta Vettel - Non saprei. Prima la pioggia era arrivata solo alla sesta e settima curva, ma solo lì, per cui ho preferito star fuori. Quando la maggior parte della pista è asciutta, non conviene cambiare gomme. Poi la pioggia è diventata più intensa, ho visto nuvole nere ovunque e ho deciso di passare ai box. Alla fine, quando sono entrato c'era Kvyat dietro di me e quando sono tornato in pista ero appena dietro di lui: non so cosa sia successo esattamente, ma lì ho capito di aver guadagnato un sacco perché la pista era bagnata. Certo speravo nella pioggia e ho preso la decisione giusta, ma non è stato semplice. In definitiva non tutti sono stati in grado di prendere la decisione migliore, e così sono riuscito ad andare sul podio». Questa posizione finale riscatta una gara che nella parte iniziale era stata tutt'altro che esemplare, o almeno non al livello delle aspettative minime dei ferraristi. Vettel non lo dimentica e racconta così la prima parte del GP: «Ho fatto una partenza orribile: ho pattinato troppo e poi mi sono trovato nel posto sbagliato. Ho fatto un bruttissimo primo giro, tanto che mi ha passato pure Kvyat. Poi abbiamo recuperato la quinta e sesta posizione, ma a quel punto c'era troppo gap con quelli davanti. Credo che le Williams abbiano fatto un piccolo passo avanti, noi invece non abbiamo trovato il ritmo. La gomme non ci favoriscono, ma sono uguali per tutti e non possiamo trovare scuse per questo. Ma il divario dai primi era troppo grande, mentre Williams e Mercedes erano insieme, quindi il problema è tutto nostro».

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