Rosberg e la "decisione sbagliata" di Hamilton

Stava ormai cominciando a "sognare" Nico Rosberg quando, a una decina di giri al traguardo, era ormai riuscito a liberarsi delle Williams e a recuperare su Hamilton nonostante le difficili condizioni di pista, per vedersi poi la Mercedes n.44 sgusciare via dalla sua vista per dirigersi in pitlane. In quel momento tutto sembrava volgere a suo favore, ma è bastato mezzo giro perché la situazione si ribaltasse nuovamente a vantaggio di Hamilton. Ma lasciamo che sia lui a raccontare com'è andata: «È stata una gara davvero emozionante, per me. Ho avuto una brutta partenza, perdendo due posizioni e rimanendo bloccato dietro alle due Williams per un po' perché erano impossibili da superare. Lewis ci è riuscito in occasione del pit-stop, ma nel mio caso non ha funzionato, anche se c'è mancato poco. Poi quando è arrivata la pioggia sono stato capace di tenere un ritmo alto, di superarli e di chiudere il gap da Lewis. A quel punto ho davvero pensato che avrei potuto vincere la gara. Poi lui è andato a cambiare le gomme: a me sembrava troppo presto, ho pensato che era la decisione sbagliata in quel momento, perché la pista non era così bagnata. Poi improvvisamente ha cominciato a piovere in modo più pesante, per cui la decisione di Lewis è diventata quella giusta. Io sono dovuto stare fuori ancora un giro e ho perso troppo tempo con le gomme slick sul bagnato». Cosa poteva essere fatto di diverso? «Nulla direi - prosegue Rosberg - perché comunque non avevo scelta: se fossi rientrato in pitlane nello stesso momento, seguendolo ai box, sarebbe stato sicuramente un disastro perché avrei dovuto aspettare il suo cambio gomme. Quindi dovevo correre il rischio di restare in pista. La sua è stata la decisione che "ha fatto la gara", e io non ho più avuto alcuna possibilità. Ma tutto sommato è stata una vittoria meritata per Lewis, ha fatto un ottimo lavoro in tutto il weekend. Un'altra doppietta è un gran risultato per la squadra e per tutti quelli che lavorano nella factory, che ringrazio per questa grande macchina». Maurizio Voltini

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