Toto Wolff e il suo pilota ideale...

Toto Wolff e il suo pilota ideale...
Il responsabile del programma Mercedes Formula Uno traccia l’identikit del pilota perfetto. E parla del futuro del Circus

08.07.2015 ( Aggiornata il 08.07.2015 11:51 )

«Non sono mai stato un fan di un particolare pilota. Ho una mia figura di riferimento, “assemblata” così: la passione ed il “fuoco” di Ayrton Senna, la resistenza di Nigel Mansell, la dedizione e la disciplina di Niki Lauda e l'intelletto strategico di Alain Prost». A Wolff è stato poi chiesto se vede queste qualità nei suoi due attuali piloti: «Nico ha una grande forza di volontà e capacità di messa a fuoco, mentre Lewis è istinto puro e visione di gara. Nico ha un approccio molto analitico, e se mi dite che lo volete chiamare “Professore” (riferito al soprannome di Alain Prost), direi di si, ci sta: Professor Rosberg. Ogni volta che qualcuno mi dice che Nico è “morto”', io rispondo sempre di non dare quel ragazzo per spacciato. Ha una buona dose di talento e mentalmente è fortissimo». Le discussioni sulla Formula Uno 2017 proseguono, ma si avvicina anche la data limite per dettare le nuove linee guida. «In realtà abbiamo tempo fino a febbraio 2016, ma penso che c’è una linea ormai condivisa da tutti sui cambiamenti da fare, intendo pneumatici più larghi con più grip, auto più veloci, e piloti al centro del sistema. Negli ultimi due anni la Formula Uno ha ridotto sia il carico aerodinamico che la velocità delle monoposto, e probabilmente ora è il momento di fare un passo indietro. Le vetture dovranno essere molto più veloci di quanto siano ora. E, come dicevo, stiamo cercando di rimettere i piloti al centro della scena, restituendo loro la responsabilità di quello che fanno in macchina e senza la sicurezza di essere controllati a distanza dal muretto. Infine oggi abbiamo preso coscienza che il rumore è un fattore molto importante per l’identificazione della Formula Uno». Infine Wolff ha risposto sulla “noia” del dominio Mercedes. Potrebbe essere un problema per l’interesse della Formula Uno? «Non credo. Prendiamo l’esempio Ferrari all'inizio degli anni 2000: è stato un ciclo decisamente dominante, e con il solo Michael Schumacher a dettar legge. Quindi era molto meno interessante rispetto al contesto attuale, noi abbiamo lasciati liberi i nostri piloti liberi di giocarsi le loro chance». Roberto Chinchero

  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi