F1, Manor e il vuoto delle monoposto clienti

F1, Manor e il vuoto delle monoposto clienti
Booth e Lowdon ribadiscono il no a ogni idea di macchine da gestire. A settembre il trasferimento nella nuova struttura

10.07.2015 ( Aggiornata il 10.07.2015 18:14 )

Al 2015 della Manor non possono chiedersi miracoli, la presenza in griglia è già di per sé un “evento” se si guardano le condizioni in cui versava il team al termine dello scorso campionato. A Silverstone si è mosso qualcosa, dopo i primi passi per il consolidamento della struttura tecnica sono arrivati nuovi sponsor e un aggiornamento delle monoposto. Il divario dalla coda del gruppo resta ancora imponente, così sul piano dei risultati c’è poco da attendersi. Lowdon e Booth guardano avanti, alle prospettive future, che significa, anzitutto, decidere il da farsi sulla nuova monoposto. «C’è una struttura tecnica e sta valutando quale sia il miglior modo di procedere. L’obiettivo finale è di ottenere i migliori risultati possibili alla fine del 2016 e nel 2017, quindi dovremo stabilire quale sia la strada ideale per arrivarci», commenta Booth a Formula1.com. Più tempo passa, più si fa concreta l’idea di un rinvio del nuovo progetto al 2016: «Basta guardare agli effetti che gli aggiornamenti portati a Silverstone hanno avuto, nell’avvicinare la Manor ai suoi rivali. In ogni gara siamo riusciti a ridurre il divario dal vertice e, considerando quando duramente stanno spingendo davanti, è fantastico!». Guardando al 2016, Booth sottolinea come i rapporti con la Ferrari siano ottimi come non mai, «siamo molto felici del supporto che abbiamo avuto dalla Ferrari, come sempre nelle situazioni difficili quest’anno». Soddisfazione estesa anche al lavoro di Stevens e Merhi, «abbiamo buttato nella mischia due debuttanti senza test invernali e saltando la prima gara: hanno fatto un lavoro straordinario. Attualmente hanno una macchina che non è facile da guidare e il motore paga almeno 1”-1”5 al migliore in griglia, non gli abbiamo reso la vita facile», ammette Booth. Sul futuro della categoria, in Manor hanno le idee chiare quando si avanzano ipotesi sull’introduzione di monoposto clienti, da gestire per i team privati: il no è secco. «Al momento concorriamo per due mondiali, uno Piloti e uno Costruttori. Così come non volete vederci fare macchine telecomandate senza piloti, ritengo che la nostra specializzazione come azienda sia quella di progettare e realizzare macchine da corsa. La gente ritiene la Formula 1 il vertice del motorsport e lo è anche perché ci sono 10 costruttori altamente specializzati nel risolvere le problematiche in una formula esattamente regolamentata», commenta Lowdon. «Ci sarebbe un enorme vuoto se non costruissimo e sviluppassimo le nostre macchine, il nostro team ha il 70% delle persone impegnate a costruire e sviluppare la macchina, se escludiamo questi elementi, taglieremmo più della metà di ciò che facciamo». Se sul fronte dei risultati, come detto, è difficile poter fissare degli obiettivi, John Booth fissa il prossimo traguardo da raggiungere sulle operazioni fuori dalla pista: «Il principale era tornare in galleria del vento e l’abbiamo ottenuto. Il prossimo sarà trasferirci nella nostra nuova struttura, dovrebbe avvenire a settembre, al momento lavoriamo da tre diverse fabbriche e non è una soluzione ideale. Quando saremo di nuovo tutti sotto un unico tetto, avremo fatto un gran passo avanti». Fabiano Polimeni

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