Interviste ritrovate: Gilles Villeneuve

Interviste ritrovate: Gilles Villeneuve
Ecco come il canadese iniziò con Ferrari la sua leggendaria carriera da "Aviatore", dall'intervista sul nostro Speciale Autosprint

18.08.2015 ( Aggiornata il 18.08.2015 14:54 )

Formula One World ChampionshipQuella di fine 1977 fu una "campagna piloti" piuttosto turbolenta, per la Ferrari. Si trattava di sostituire "al volo" nientepopodimenoche Niki Lauda: conquistato matematicamente il titolo di quell'anno, ma arrivato alla rottura con Maranello, l'austriaco preferì saltare gli ultimi due GP della stagione. Per sostituirlo "in corso d'opera" si contattarono parecchi piloti anche fra i migliori - da Mario Andretti a Jody Scheckter, da John Watson a Eddie Cheever - ma i problemi non erano pochi, soprattutto di tipo legale. Chi invece aveva maggior libertà da questo punto di vista, ed era piaciuto molto al "Commendatore" nell'unica gara che aveva corso con una McLaren di terz'ordine, era un giovane canadese semisconosciuto: Gilles Villeneuve. Formula One World ChampionshipCominciò così, con i due Gran Premi conclusivi della stagione '77, la carriera in Ferrari di quello che venne soprannominato "l'Aviatore" per la sua guida controversa perché irruente e sempre generosa, contrapposta a quella misurata e precisa di uno come Lauda. Tanto che già in Giappone fu protagonista di un incidente grave. Ma questo non gli impedì di avere i favori del "Drake" e di continuare a correre per la Scuderia modenese. Ma facciamo un passo indietro, e vediamo come reagì Villeneuve alla convocazione, peraltro non ancora confermata al 100 per cento, in un'intervista "ritrovata" rilasciata ad Autosprint nel settembre del 1977. «Quello che mi domando sempre è perché, con tanti piloti italiani così in auge in questo momento, alla Ferrari pensino proprio a me che sono canadese»: così esordisce Gilles dimostrando tutta la sua ingenuità di giovane pilota, venticinquenne e poco più che debuttante in Formula Uno. «È bello pensare di correre per la Ferrari, e lo è soprattutto dopo aver conosciuto l'ingegnere», dichiara comunque subito dopo. Formula One World ChampionshipNon filtra molto le sensazioni e le emozioni, il giovane Villeneuve: «A Silverstone (la gara del debutto con la McLaren, ndr) mi sono guardato attorno: il "circo" è un ambiente nel quale non è facile entrare ed in fondo mi parlavano solo i miei compagni di squadra alla McLaren». Uno dei quali era James Hunt, che poi anche da commentatore televisivo fu sempre molto favorevole al canadese e alla sua guida. «Poi - prosegue Gilles - ottenuto il tempo in prova che mi ha permesso di essere fra i primi, tutti sono diventati miei amici». Infatti in quell'occasione Villeneuve ottenne il miglior crono nelle prequalifiche davanti a Patrick Tambay, ma soprattutto un 9° tempo generale su 30 piloti nelle qualifiche vere e proprie. Proseguendo sempre senza troppe remore, da pilota ancora poco "catechizzato", Villeneuve commenta anche la decisione di Lauda che gli ha aperto le porte alla Scuderia: «Credo che tutto sommato non abbia fatto male a lasciare la Ferrari. Dopo 4 anni, con due mondiali vinti, non aveva più niente da dire. Alla Brabham sarà più dura avere risultati e Lauda non sarà più quello di prima, anche perché non avrà più Fiorano a disposizione. Questo però non significa che non sia e non resti un grande pilota. Sarà sempre fra i primi cinque o sei, come in fondo è adesso». as-32-33bAltre considerazioni di Gilles Villeneuve, come la sua ammirazione per Ronnie Peterson oppure quelle che pensava fossero le sue possibilità future in quel momento, sono presenti nella "intervista ritrovata" pubblicata sullo Speciale Autosprint in edicola in questa settimana, al pari di quelle su Nigel Mansell, James Hunt, Niki Lauda e Clay Regazzoni di cui abbiamo già parlato in precedenza. Lo Speciale Autosprint in edicola. Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One World Championship

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