Hamilton: "Non pensiamo di essere superiori"

Hamilton: "Non pensiamo di essere superiori"
Le dichiarazioni dell'inglese, di Alonso e degli altri piloti nel corso della conferenza stampa prima del GP F1 del Belgio

20.08.2015 ( Aggiornata il 20.08.2015 23:31 )

Al fianco di Kimi Raikkonen in conferenza stampa dei piloti - qui le dichiarazioni del finlandese - avevamo Lewis Hamilton e Fernando Alonso, ai quali parimenti sono state poste domande seppur in misura inferiore. Per esempio all'inglese è stato chiesto se avere Vettel a soli 42 punti dietro lo preoccupi, oppure la superiorità mostrata in qualifica lo renda tranquillo. «Beh, naturalmente noi siamo qui per vincere e cerchiamo di stare davanti - risponde Hamilton - ma siamo coscienti, pienamente consapevoli che gli altri team stanno dando il massimo, e la Ferrari sembra molto forte. Per cui non arriviamo alle gare pensando di essere superiori a tutti. Sappiamo che la lotta è nelle nostre mani e quindi cerchiamo di lavorare al massimo per essere sicuri di fare meglio». Relativamente alle molte immagini postate sui "social media" su come ha trascorso il periodo di vacanze estive, a Hamilton viene inoltre domandato se questo nuovo stile di vita sia qualcosa che lo aiuta ad arrivare più rilassato alle corse, oppure se potrebbe pagarne il prezzo. «Non ho veramente un nuovo stile di vita, questo è quello che ho sempre fatto… È solo che adesso risulta più visibile, tutto qui. E mi sembra che abbia funzionato abbastanza bene nell'ultimo paio d'anni…». Ad Alonso, invece, viene chiesto se lo scorso risultato in Ungheria (quinto posto con entrambe le McLaren-Honda a punti) sia dovuto ad un effettivo progresso della macchina oppure sia stata un'opportunità presa al volo: «Penso metà e metà, un po' di tutt'e due. In Ungheria le nostre prestazioni sono state migliori, credo che la conformazione del circuito sia risultata favorevole alle caratteristiche della macchina; in seconda battuta siamo stati fortunati per alcuni dei ritiri e degli incidenti che sono successi, mi pare che 12 o 13 macchine abbiano avuto problemi o penalizzazioni, e questo ci ha aiutato a guadagnare alcune posizioni». Parlando con un pilota dell'esperienza di Alonso, che nella sua carriera ha sperimentato varie situazioni tecniche e regolamentari, gli viene chiesta un'anticipazione su come le nuove regole relative alla partenza in questo GP e quelle sulle comunicazioni con i box dal 2016 possano cambiare le cose per i piloti. «Non credo, non sarà un cambiamento così significativo. So che si parla molto di questo, ma forse le differenze si avranno dall'anno prossimo. Qui avremo giusto alcune limitazioni nelle comunicazioni fra piloti e team nel giro di formazione, ma nel nostro team non adottiamo alcuna particolare strategia in quel momento, per cui non cambierà molto. Per quanto riguarda le altre informazioni che riceviamo via radio su gomme, consumi e così via, alla fine sappiamo benissimo cosa sta succedendo alla macchina e reagiamo di conseguenza, anche se non arriva nessuna comunicazione. Noi piloti dovremo stare più attenti ad alcune cosette che ora lasciamo al team, ma probabilmente sarà meglio, dovendo fare più cose in macchina ci sentiremo un po' più importanti». Oltre alla "prima fila", nella conferenza stampa dei piloti vi erano quelli in seconda: Max Verstappen, Daniil Kvyat e Will Stevens. Ed è proprio al pilota Marussia che viene chiesto di Spa, una pista storica e blasonata nella quale è la prima volta che corre in F1 ma dove ha ottenuto un podio in WSR. «Sì, penso che Spa sia un circuito speciale. Vedo che a tutti i piloti piace parecchio venire a correre qui. Sono eccitato al pensiero di vedere come va una F1 qui». A Kvyat viene ricordato il secondo posto dello scorso GP, miglior risultato in carriera e comunque per un pilota russo, e gli viene chiesto che reazioni abbia comportato a casa. «È stata una bella gara per me, ma non ha causato reazioni avvertibili. È stata buona per me e per il team, e speriamo di ripetere risultati simili, anche se non sarà facile perché ci sono state delle circostanze». Comunque la Red Bull sembra aver fatto un bel passo in avanti… «Noi non ci arrendiamo e proveremo a ripeterci. Singapore sembra una pista favorevole, ma non mi limiterei, non è che lavoriamo solo su una gara in particolare. Può succedere di tutto in qualsiasi gara, e noi sfrutteremo tutte le eventualità». Anche a Verstappen viene rimarcato come in Ungheria abbia ottenuto il suo miglior risultato in F1. «Anch'io penso che sia stato un po' inaspettato, ma devi pur sempre essere lì quando gli altri fanno errori o hanno problemi. Ma alla fine sono davvero contento di essere finito quarto, specialmente dopo un inizio di gara piuttosto difficoltoso. In ogni caso la mia prima metà di stagione è andata abbastanza bene, avrei firmato perché fosse così. Ma ora devo concentrarmi sul mio GP di casa: non credo che andrà ancora così bene, ma chissà, potremmo avere buone occasioni anche qui». Come ad Alonso, a Verstappen viene chiesto sulle conseguenze dei futuri cambiamenti regolamentari: «Non credo cambierà molto, dal mio punto di vista. Noi guidiamo d'istinto, sentiamo che i pneumatici stanno degradando senza bisogno che ce lo dica un ingegnere. Lo impariamo già all'inizio, per cui onestamente non mi preoccupa se parleremo un po' meno alla radio». E come sta andando con la patente di guida? «Ancora non ce l'ho, non ho ancora 18 anni, ma non mi manca molto…». Mentre sulla questione di cosa ai piloti non piaccia di Spa e cosa cambierebbero, la risposta di Max è: «C'è un sacco di vespe. Non mi piacciono. Ma è l'unica cosa: penso che la pista sia fantastica». Maurizio Voltini

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