GP Monza, Grosjean crede ancora in un podio

GP Monza, Grosjean crede ancora in un podio
Svelati i numeri che hanno fatto fuori Maldonado in Belgio. Romain azzarda: Monza meglio di Spa

28.08.2015 ( Aggiornata il 28.08.2015 17:57 )

Per quelli che alla numerologia danno importanza: 13 e 17. Il primo è il suo numero di gara, il secondo è il valore di G che ha messo fuorigioco la valvola di controllo della frizione della Lotus E23 Hybrid a Spa. Pastor Maldonado è stato costretto al ritiro, adesso il team spiega nel dettaglio cosa è accaduto nel passaggio all’Eau Rouge. «Stiamo ancora controllando tutti i componenti, ma è uscito ampiamente all’Eau Rouge, colpendo un cordolo troppo forte, che ha provocato un impatto sul telaio di 17G. Sembra che questo abbia tolto potenza e, pur essendo tornata, la valvola di controllo della frizione era danneggiata. Siamo stati in grado di resettare tutto al rientro ai box di Pastor, controllato la gravità del danno e deciso di ritirare la macchina», analizza il direttore tecnico Nick Chester. Si potrà rifare a Monza, dove «avremo un buon potenziale. Le due macchine si sono comportate bene su piste da medio carico come Montreal e Spa, Monza rappresenta un gradino ancor più in basso sul versante del carico, unico e la macchina è apparsa efficiente in queste condizioni, poi va bene in frenata». Parlare di un altro arrivo a podio potrebbe non essere irrealistico, con le premesse viste in Belgio. Ci crede, Romain Grosjean: «Sulla carta, Monza dovrebbe adattarsi ancora meglio di Spa alla nostra monoposto e in teoria un podio è di nuovo possibile. Ovviamente non sapremo quali saranno le nostre prestazioni finché non saremo il pista». Quali siano i temi chiave è noto, con l’aggiunta di un dettaglio che “preoccupa” il pilota francese: la gestione del degrado delle gomme. «Anche per noi sarà problematico affrontare curve come le Lesmo e la variante Ascari, perché meno carico hai, più è difficile avere aderenza in curva: è un compromesso stretto, sono certo il team troverà la soluzione migliore». Fabiano Polimeni

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