Gomma Vettel, Pirelli vicina alla causa

Gomma Vettel, Pirelli vicina alla causa
Le indagini dell’azienda milanese sembrano indicare in una foratura il motivo del cedimento del pneumatico del pilota tedesco

28.08.2015 ( Aggiornata il 28.08.2015 18:56 )

Per la prima volta da quando è scoppiato il caso Ferrari-Pirelli relativo al cedimento del pneumatico posteriore di Sebastian Vettel a Spa, c’è una teoria in merito alle cause dell’incidente che potrebbe essere vista come credibile da entrambe le parti in causa. Restano contrastanti le informazioni che trapelano sullo stato delle gomme del tedesco al momento dell’incidente (dalla Pirelli era filtrata la voce di 1mm di battistrada rimasto sulla posteriore sinistra di Seb, mentre sul fronte Maranello le indicazioni del dopogara parlavano di un terzo di battistrada ancora presente). Ricordiamo che nel dopogara di Spa la Ferrari aveva confermato di non avere rilevato aumenti della temperatura del pneumatico prima della sua esplosione, e solitamente quando ad andare in crisi è il battistrada il primo segnale di allarme è proprio quello dell’incremento della temperatura. Ma dicevamo, forse il punto d’incontro c’è. La Pirelli all’indomani di Spa ha voluto vederci chiaro, e ha studiato le gomme a mescola “media” utilizzate nella corsa belga da tutti i team. In attesa di informazioni ufficiali è comunque trapelato che l’esplosione della gomma di Vettel sarebbe imputabile a un possibile detrito che potrebbe aver causato una foratura. La teoria è accreditata dalla quantità di piccoli detriti di carbonio che la Pirelli ha trovato nelle gomme utilizzate in Belgio: sarebbero ben sessanta gli pneumatici interessati, che fortunatamente hanno retto alle “punture” dei detriti! Non è un problema inedito, ma nelle precedenti 10 gare la somma di episodi simili era di quaranta casi. La stessa Pirelli aveva già inputato a questo specifico motivo la foratura che nelle prove libere di venerdì ha causato l’incidente di Rosberg, quindi non sarebbe un’analisi dal risultato inedito. Ci sono due fattori che avvalorano la teoria Pirelli, e che spiegano anche perché nel weekend belga si sia accentuato fortemente questo fenomeno. La prima è il notevole numero di incidenti, per lo più molto violenti, che hanno visto protagoniste le monoposto delle formule minori, Gp2 e Gp3. Degli impatti che hanno lasciato in pista un notevole numero di detriti di carbonio. Infine c’è un altro aspetto, e riguarda il tracciato belga. La sua lunghezza di oltre sette chilometri non rende semplice la pulizia della pista, che comprende anche che alcuni tratti del percorso sono abitualmente strade urbane aperte alla circolazione. Quando si gira a medie elevate come avviene sul circuito di Spa, anche un detrito che può sembrare insignificante può rappresentare una minaccia per gli pneumatici, ed è quanto sta emergendo in questi giorni. Tutto sommato una notizia che tranquillizza gli addetti ai lavori, ed in particolare i piloti, in vista del Gran Premio d’Italia in programma il prossimo weekend. Roberto Chinchero

  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi