Raikkonen? Avrebbe potuto fare di più

Raikkonen? Avrebbe potuto fare di più
Ne è convinto Martin Whitmarsh, che ne loda le capacità di comprensione della monoposto e la comunicazione con il team
Presente in

01.09.2015 ( Aggiornata il 01.09.2015 10:06 )

Un titolo mondiale all’attivo, un altro conteso fino all’ultima gara (2003). Venti gran premi vinti, 16 pole e 78 podi. Sono alcuni dei numeri della carriera di Kimi Raikkonen fino a oggi, accompagnati da un interrogativo: avrebbe potuto fare di più? Ne è convinto, ad esempio, Martin Whitmarsh: «Non ha realizzato quello che è il suo potenziale e non lo farà adesso, è un peccato. E’ una persona che apprezzo molto, che affronta a fondo le questioni». Incassato il prolungamento di contratto con la Ferrari fino al termine del 2016, Kimi è risultato il pilota più popolare tra i tifosi, un po’ a sorpresa se si considera il personaggio. Martin Whitmarsh lo vide arrivare in McLaren nel 2002, provenienza Sauber, debuttante o poco più, per poi lasciarlo andare verso Maranello nel 2007 e vincere il campionato al primo anno. «Kimi è un individuo incompreso, gli piace far festa e bere, ma è molto più disciplinato sull’allenamento di quanto tante persone possano pensare, inoltre è molto intelligente ed è tra i piloti più acuti che ci siano», spiega in un’intervista a Motorsport Magazine l’ex team principal McLaren, oggi impegnato nella sfida dell’America’s Cup con Ben Ainslie Racing. Le risposte sibilline e il più delle volte monosillabe di Kimi hanno disegnato i contorni di un pilota schivo, da ascoltare attentamente però quando ha qualcosa da dire. Charlie Whiting ha di recente sottolineato come nelle riunioni non parli quasi mai, però nel momento in cui lo fa c’è da ascoltare attentamente perché non è mai banale. Per Whitmarsh, «mettere insieme nella stessa frase le parole “comunicazione” e “Kimi” può sembrare strano, ma apprezzo i suoi modi, sa essere molto rapido e altrettanto intelligente: ha tutti gli ingredienti , gli manca l’applicazione». L’augurio è che torni a regalare gli acuti che ha dimostrato saper mettere in mostra, anche quest’anno, con il secondo posto del Bahrain e che i problemi di affidabilità lo abbandonino. Chi gli è stato al fianco all’epoca McLaren – e l’avrebbe voluto nuovamente a fine 2009 quando divenne team principal a Woking («Kimi odia sinceramente Rond Dennis, ma io mi sono trovato sempre bene con lui e pensavo di riprenderlo dopo che era stato mandato via dalla Ferrari», dirà del rapporto con il pilota) – aggiunge: «credo che il meglio sia ormai trascorso, ha avuto giorni con noi nei quali rasentava la genialità ma può ancora fare un buon lavoro e non commette molti errori. A mio avviso è uno dei piloti migliori quando si tratta di capire la macchina e comunicare con il team». Fabiano Polimeni

  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi