F1, Ricciardo e Kvyat pronti alla sfida Singapore

F1, Ricciardo e Kvyat pronti alla sfida Singapore
In Red Bull puntano a un buon risultato e Daniel non nasconde la delusione per i problemi con la power unit

11.09.2015 ( Aggiornata il 11.09.2015 12:46 )

E’ stato palcoscenico sul quale più volte hanno espresso una superiorità imbarazzante, Singapore. Erano gli anni del dominio, quelli in cui l’accoppiata Red Bull-Renault faceva parlare di sé per ben altri risultati. Prospettive assai diverse ha, oggi, il team di Milton Keynes avvicinandosi all’appuntamento di Marina Bay. Un buon piazzamento, ambizioni magari di podio, questo il target realisticamente alla portata di Ricciardo e Kvyat, che la gara in notturna l’hanno messa nel mirino da tempo. Sfruttare i punti di forza del telaio, fiduciosi della minore incidenza del fattore power unit sul risultato finale di quanto non potesse essere a Monza. Quella power unit sulla quale Ricciardo non si fa più illusioni: «Mi aspettavo questi problemi l’anno scorso, al debutto dell’era turbo. Averli tutti quest’anno, noi e la Honda, è un po’ una sorpresa. Abbiamo Singapore da preparare e non ho avuto molti aggiornamenti su quel che accadrà in futuro, quale specifica avremo, non sono troppo ottimista. Anche lo scorso anno c’erano tante speranze, si diceva “avremo più cavalli in questa gara e in quest’altra”. Certo ne sono arrivati un po’ di più, però mai quanti ne erano stati annunciati», ha dichiarato a Sky Sport UK. Un quadro al quale aggiungere l’ulteriore slittamento da Sochi ad Austin per una power unit aggiornata con l’impiego dei gettoni, ma le possibilità che non arrivi alcuna evoluzione sono concrete, tanto più per un team e un motorista destinati a interrompere il rapporto di collaborazione a fine anno. Dovrà accontentarsi del pacchetto che ha, Ricciardo. Nell’anticipare i temi chiave del Gran Premio di Singapore, mette l’accento sull’impegno fisico richiesto al pilota. E’ la gara dalla durata maggiore, fattore al quale sommare un numero di curve tali da portare al limite la resistenza del pilota. «Fa caldo ed è un clima molto umido, con tutti quei grattacieli il calore non ha spazio per disperdersi. Sul piano fisico è la sfida più grande della stagione, l’unica gara in cui apri un po’ la visiera per prendere dell’aria fresca e subito ti penti d’averlo fatto perché fuori c’è aria ancora più calda», spiega. Non ha ricordi esaltanti dell’anno scorso Daniil Kvyat: «Fu una gara estremamente dura perché l’impianto collegato alla borraccia con l’acqua non funzionava, quest’anno però credo d’esser più preparato sotto il profilo fisico. In Malesia, ad esempio, mi sono trovato a mio agio ed è una gara simile». Fabiano Polimeni

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