F1, a Singapore la Ferrari ci spera

F1, a Singapore la Ferrari ci spera
Il ritorno alle mescole soft e la tipologia del tracciato riconducibile all'Hungaroring ben si sposano con la SF15-T

14.09.2015 ( Aggiornata il 14.09.2015 15:47 )

Le prossime due gare saranno agrodolci per la Ferrari. Non è un mistero che Suzuka è un appuntamento nel quale Vettel e Raikkonen si aspettano di recitare un ruolo da comprimari, mentre sono decisamente più alte le aspettative del Cavallino nella tappa di Singapore. L’aria umida di Marina Bay, il ritorno delle mescole soft e supersoft, e la tipologia del tracciato asiatico, sembrano essere tutte caratteristiche adatte alla SF15-T. Singapore è un circuito cittadino per eccellenza, ma stando ai parametri degli ingegneri dei vari team, è una pista che assomiglia nelle sue caratteristiche tecniche più al circuito di Budapest che al toboga di Montecarlo. Per andar forte a Marina Bay servono in effetti le stesse caratteristiche che troviamo premiate dalla gara ungherese: soprattutto trazione e frenata. Per anni quando a Maranello si pronunciava la parola “trazione” erano grattacapi, un problema cronico trascinatosi per intere stagioni. La SF15-T sembra aver risolto questo handicap, in parte grazie al telaio ma anche beneficiando di una gestione elettronica della power unit che permette di scaricare meglio a terra i cavalli. Quei cavalli così vitali due settimane fa sui rettilinei di Monza, a Singapore saranno meno decisivi. Sulle curve più lente Ferrari e Red Bull contano di dire la loro. Non a caso al Gp Ungheria sul podio c’erano una Ferrari e due Red Bull…

Attenzione a freni e trazione

Singapore è soprattutto un banco prova molto impegnativo per l’affidabilità generale della monoposto. Si corre di sera, è vero, ma le temperature sono tutt’altro che fresche, ed il solito tasso di umidità (decisamente alto) rende tutto più provante. Le 23 curve che completano i 5065 metri del tracciato, mettono decisamente a dura prova l’impianto frenante. La pista è lenta, visto che il tempo di gara spesso arriva vicino al limite delle due ore e ci sono almeno tre frenate impegnative, a cui non fanno seguito rettilinei per raffreddare a dovere i dischi. Su questo fronte la Ferrari si sente meno a rischio di Mercedes e Red Bull, che in passato hanno evidenziato criticità quando l’impianto frenante è stato sollecitato al limite. A Singapore rivedremo tutto il pacchetto “Barcellona”, ovvero la veste aerodinamica ad alto carico che è stata lasciata a casa nelle trasferte di Spa e Monza, e la SF15-T ritroverà le sue gomme preferite, ovvero le mescole soft e supersoft. Se ci basiamo su quanto visto nel Gran Premio dello scorso anno, sarà altamente probabile che la strategia di gara sarà impostata.

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