Mansell: con la Mercedes andrei a podio anch’io

Mansell: con la Mercedes andrei a podio anch’io
Il Leone d’Inghilterra rilancia: “Farei gli stessi tempi di Hamilton”

05.10.2015 ( Aggiornata il 05.10.2015 10:42 )

Il Leone d’Inghilterra saprebbe ancora misurarsi al vertice. No, non si parla di Lewis Hamilton – quella è una certezza –, ma dell’originale, Nigel Mansell. A parità di macchina, il 62enne iridato del 1992, non ha dubbi: «Arriverei molto vicino ai suoi tempi, se non gli stessi. Non voglio essere presuntuoso e dire che, forse, andrei un po’ più forte. Mi avvicinerei rapidamente al suo crono», afferma dopo averci pensato (e riso) un po’, quando gli hanno chiesto cosa riuscirebbe a fare se scendesse in pista oggi sulla W06 Hybrid, con del tempo per riabituarsi. Il punto interrogativo, semmai, è quantificare quel “molto vicino ai suoi tempi”, perché sono gli ultimissimi decimi i più difficili da togliere, e lo sa bene, ad esempio, un Nico Rosberg. «Il fatto è che puoi riuscire a fare gli stessi tempi per pochi giri, quando invecchi non riesci a mantenere il ritmo giro dopo giro», ha aggiunto Mansell. Sebbene gli ausili alla guida rendano molto meno fisica una monoposto attuale rispetto all’epoca in cui correva tra Lotus, Williams e Ferrari il campione inglese – l’ultima volta dentro un abitacolo di F1 a 42 anni, nel 1995 in Argentina e Spagna con la McLaren – l’incremento delle prestazioni bilancia ampiamente quella che può considerarsi una “semplificazione” sul versante atletico, ammesso che ci sia stata e non si tratti, piuttosto, di un diverso impegno, anzitutto sul piano mentale. «In gara, con un po’ di allenamento, datemi più tempo che non alcune settimane, datemi qualche mese e, se il fisico lo permette, credo che potrei, in quella macchina (la Mercedes; ndr), andare sicuramente a podio e divertirmi», rilancia. Dice la sua anche su un tema molto meno tecnico e più da bar, l’arrivo di una donna in Formula 1: «Presto le vedremo. Lo sviluppo delle macchine, la sicurezza dei circuiti, credo che la cosa più grande che aiuta chiunque guidi una Formula 1 è l’attuale minore fisicità richiesta, con il servosterzo non serve tanta forza in curva; ovviamente, i progressi tecnici sul fronte dei computer e gli aiuti presenti, con una miriade di impostazioni sul volante, sono molto diversi dai miei tempi. Abbiamo da 30 a 50 ingegneri che dicono al pilota cosa fare per bilanciare la macchina prima che sia tardi». Commentando il momento attuale, invece, del campionato e le prospettive future, non ha dubbi su Hamilton: «Sta facendo un gran lavoro, si trova nel momento giusto sulla macchina giusta, il campionato quest’anno credo sarà suo ma la cosa più importante è che resta il favorito principale anche per il 2016». Fabiano Polimeni

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