Horner: Renault lontana dal ritorno al successo

Horner: Renault lontana dal ritorno al successo
Prospetta un futuro difficile per il motorista. Competitivi non prima di due o tre anni

06.10.2015 ( Aggiornata il 06.10.2015 17:59 )

Un ritorno alla competitività all’orizzonte? Non secondo Christian Horner. Si discute di Renault e dei tempi necessari al motorista francese - destinato a rilevare la Lotus e gareggiare in prima persona nel mondiale 2016 - per eguagliare le prestazioni dei motori di riferimento. «Ci sono solo due motori là fuori con i quali puoi lottare per vincere dei gran premi e, sfortunatamente, la Renault è scivolata alle loro spalle. Sembra serviranno almeno due o tre anni prima che possano essere nella posizione di poter competere ancora». Un commento che si presta a una duplice analisi. La prima, relativa essenzialmente alla power unit, vede sì Renault con 12 gettoni da spendere per provare a recuperare il gap da Mercedes e Ferrari, ma si scontra al tempo stesso con l’evoluzione destinata ad arrivare anche sulla concorrenza, che non si fermerà certo ad aspettare la soluzione dei problemi che affliggono il motorista francese. Poi, c’è un secondo aspetto, se si vuole immaginare una Renault di nuovo in lizza per vincere un gran premio: creare un pacchetto completo, perché anche ammesso che il 2016 riservi un super motore, ci sarà il progetto della monoposto da rendere competitivo. Le basi dalle quali muove la Lotus non sono certo quelle della Red Bull, pur avendo dimostrato buone capacità nella realizzazione telaistica negli anni in cui a Enstone era Allison a dettare la linea. Sferzata di pessimismo a parte, Horner a Sky Sports F1 ha anche ammesso un eccesso di schiettezza nelle dichiarazioni pubbliche, escludendo tuttavia che il comportamento tenuto nei confronti del partner motorista possa essere un ostacolo per la definizione di un accordo con un nuovo fornitore: «Ne dubito. Forse siamo stati colpevoli per la nostra onestà, che siano stati i miei commenti o quelli di Adrian Newey o di Hemult Marko o, il più importante tra tutti, di Dietrich Mateschitz, che è colui il quale paga tutto a fine giornata. Non credo che questo avrà un impatto e influenzerà le decisioni di un altro fornitore». Fabiano Polimeni

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