Ferrari, le sfide di Austin per il motore

Ferrari, le sfide di Austin per il motore
Il capo progettista Sassi spiega le problematiche da affrontare nel GP degli USA, tra cambi di pendenza e recupero d’energia

20.10.2015 ( Aggiornata il 20.10.2015 12:51 )

Delle mosse Ferrari sul fronte della power unit, gli sviluppi attesi in ottica 2016 e i confronti da vincere nelle ultime quattro gare di questo mondiale, ne parliamo a fondo su Autosprint in edicola. Dietro l’angolo c’è Austin, il Gran Premio degli USA, con la partita aperta tra Vettel e Rosberg per il posto d’onore alle spalle di chi, il titolo, ce l’ha in tasca e attende solo la certezza dei numeri per festeggiare. La doppia trasferta in nord America, in Texas prima, Città del Messico poi, sarà un banco di prova impegnativo per i motori e da Maranello è il capo progettista della power unit, Lorenzo Sassi, ad anticipare perché, il Circuit of the Americas sia appuntamento da tenere d’occhio. «Ci sono tre aspetti interessanti relativamente al circuito di Austin: il primo è il cosiddetto power effect, cioè l’importanza della prestazione della power unit nel tempo sul giro, effetto che su questa pista è molto alto; il secondo riguarda la gestione dell’energia: dobbiamo garantire un buon recupero energetico per sostenere la prestazione sui rettilinei; la terza caratteristica riguarda la presenza di saliscendi che, in alcuni casi, rende critica la gestione della pressione olio». Guardando oltre, guardando a Città del Messico, lì per il motore ci sarà un elemento in più da prendere in considerazione, legato all’altitudine. Soffrono meno i propulsori turbocompressi rispetto agli aspirati, tuttavia, esistono delle criticità da gestire: «Risentono meno rispetto agli aspirati, ma i motori turbo sono comunque influenzati dalle condizioni ambientali. Con il turbocompresso riusciamo a compensare la minore densità dell’aria, anche se non sempre ai livelli desiderati e soprattutto paghiamo il maggiore utilizzo del boost con un recupero energetico minore. Paghiamo comunque qualcosa in termini di prestazioni, pur essendo migliore rispetto ai motori aspirati», spiega Sassi, che si tiene abbottonato quando si tocca il tema dello sviluppo e le direzioni da intraprendere. «In questo momento Ferrari ha ancora disponibili 4 gettoni da spendere entro la fine della stagione. Le idee sono ancora tante e stiamo cercando il miglior modo di spenderli, per dare performance in questa stagione ma guardando anche al 2016».

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