GP USA, la strategia: dalle 2 alle 5 soste

GP USA, la strategia: dalle 2 alle 5 soste
In assenza di riferimenti sull’asciutto, la gara di Austin ha restituito strategie differenziate, non solo per il numero di pit-stop

26.10.2015 ( Aggiornata il 26.10.2015 10:42 )

L’anomalia del Gran Premio degli USA a Austin è stata al tempo stesso la principale fonte di spettacolo: una gara senza riferimenti, ancor meno assetti rifiniti per la pista asciutta, e arriva uno spettacolo tra i migliori visti quest’anno. Si è partiti “al buio” sul fronte gomme, perché le morbide e medie Pirelli sono rimaste nelle termocoperte fino al giro 16, di fatto quello giusto per passare dalle intermedie alle slick. Il tempismo perfetto di Ericsson e Button (giro 17) è stato immediatamente imitato da Vettel, Hamilton, Verstappen, Maldonado e Alonso, tutti al box al giro 18. L’azzardo impossibile, per vicissitudini varie sofferte in partenza, l’hanno tentato anche Bottas, Grosjean e Nasr, montando le slick al primo e secondo giro. Troppo presto perché potesse funzionare. Il brasiliano della Sauber, pur arrivando a punti, collezionerà ben 5 fermate ai box: record di giornata. La Pirelli, sulla base di simulazioni, prevedeva un tempo di crossover intorno all’1’48”, riferimento dato da Hembery prima del via. Ma il responso della pista ha innalzato di molto il target: 1’54”, è stato questo il tempo che ha messo sullo stesso piano chi girava con le intermedie – Ricciardo in testa alla gara – ed Ericsson appena uscito dalla pitlane con le morbide. pirelli1 L’australiano si è fermato al giro 19, insieme a Rosberg, Perez, Sainz, Kvyat, Hulkenberg e Raikkonen. La scelta generalizzata per il secondo stint di gara è stata di scegliere gomme morbide, per garantirsi un’attivazione della gomma più rapida, viste le temperature ambientali e dell’asfalto molto basse, oscillate tra i 17 e 19° C. E se con le intermedie e pista sempre più asciutta sono state le Red Bull a mettersi in mostra, con le slick morbide si è apprezzata la velocità Mercedes. Rapidissimi nel girare subito con tempi inarrivabili per gli altri, dettaglio che alla ripartenza dopo i periodi di neutralizzazione con VSC e Safety Car è apparso evidente. Rosberg svetta nella graduatoria dei giri più veloci con le gomme morbide, autore di 1’40”660 davanti all’1’40”738 di Hamilton. Parziali ottenuti nella fase conclusiva di gara, quando Nico ha provato a recuperare l’errore che gli è costato la vittoria. Vettel, nello stesso frangente, non è andato oltre 1’41”330. Sebastian è stato lesto ad approfittare della prima Safety Car in pista, per giocare la carta delle gomme medie, con l’obiettivo di andare fino al traguardo. Si è fermato al giro 27, insieme a Perez, Button, Sainz, Maldonado, Rossi e Hulkenberg. Pirelli bianche che hanno garantito il risultato alla Force India, vista la scelta di Perez di non approfittare della seconda Safety Car per un ulteriore pit, cosa invece fatta da Carlos Sainz, che ha potuto beneficiare delle gomme nuove morbide per recuperare posizioni, a giro 43. pirelli2 I vantaggi avuti con la prima neutralizzazione – per quanti si erano fermati al box – sono stati azzerati dalla seconda SC, che ha dato l’opportunità a Hamilton di “recuperare” e fare il pit-stop senza perdere secondi: 2 soste per lui. Rosberg si era fermato al giro 38 ed entrambi hanno corso tutta la gara con le gomme morbide. Solo 6 piloti hanno effettuato uno stint di gara con le medie e i tempi hanno visto svettare Perez con 1’43”010 davanti a Vettel, autore di 1’43”403 e Kvyat 1’43”728. Red Bull che, come detto, ha girato forte con gomme intermedie e la tabella tempi lo conferma: 1’54”194 Ricciardo, poi c’è Alonso su 1’55”699 e Rosberg solo 1’55”790. Analizzando gli stint più lunghi con le varie mescole, Alonso riesce a coprire 30 giri con le morbide, seguito da Verstappen con 28 tornate. Insieme al buon Alexander Rossi, 12mo, Sergio Perez e il vincitore della gara, sono stati gli unici a fare due pit. Le intermedie, invece, hanno visto Rosberg, Perez, Ricciardo, Kvyat, Hulkenberg, Raikkonen e Sainz sostituirle dopo 19 giri, limite massimo raggiunto a Austin. «Com’era inevitabile, non avendo corso sull’asciutto prima del via, i team hanno dovuto interpretare e reagire alla situazione in evoluzione, piuttosto che fare affidamento su informazioni precedenti, così sono stati i piloti che meglio hanno saputo lavorare insieme al muretto al meglio in queste condizioni difficili a vincere», ha analizzato Paul Hembery. «Congratulazioni a Lewis per un terzo titolo mondiale meritato, al termine di una stagione brillante. Fino alla fine l’esito della gara era incerto, assicurando un finale entusiasmante che i tifosi hanno meritato più di chiunque altro, dopo un week end che resterà memorabile». Fabiano Polimeni

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