GP Messico, Pirelli si affida alle simulazioni

GP Messico, Pirelli si affida alle simulazioni
Dopo 23 anni la F1 torna a Città del Messico e il circuito è tutto da scoprire, a cominciare dai livelli di grip e abrasività dell’asfalto

27.10.2015 ( Aggiornata il 27.10.2015 12:51 )

Sarà tutto da scoprire il nuovo circuito Hermanos Rodriguez, teatro del Gran Premio del Messico. Un layout della pista modificato rispetto alla configurazione che, 23 anni fa, ospitò per l’ultima volta la Formula 1, ma non sarà il problema principale per i team, chiamati piuttosto a prendere le misure su un asfalto nuovo, privo di riferimenti e da scoprire giorno dopo giorno. Le prove libere del venerdì saranno più importanti del solito, soprattutto il secondo turno, per verificare il comportamento delle gomme su un fondo che sarà in costante evoluzione. La Pirelli ha selezionato le gomme morbide e medie sulla base di simulazioni, privilegiando una scelta che il gommista stesso definisce conservativa: «Scegliere le mescole per un nuovo tracciato è una bella sfida, ma il sistema di simulazione – una delle più importanti aree di sviluppo della tecnologia in Formula Uno – è molto preciso, anche se è inevitabile propendere verso una scelta più conservativa per il primo anno su un nuovo circuito», commenta Paul Hembery. Mancando indicazioni sui livelli di aderenza e abrasività dell’asfalto, si è puntato sui compound più versatili. Diversamente da Austin, il meteo sarà dalla parte dei team, essendo previste due giornate all’insegna del bel tempo, che consentirà di girare e accumulare dati utili per impostare la gara, sulla quale pende un marginale rischio pioggia, da verificare nei prossimi giorni. pirelli I 4.305 metri del “nuovo” Hermanos Rodriguez ne fanno uno dei tracciati più corti del mondiale (71 giri in gara) e, con il taglio della Peraltada – che si affronterà solo per metà, uscendo dallo stadio – la caratteristica tecnica principale è rappresentata dal rettilineo di 1.304 metri, sul quale si attendono velocità superiori ai 330 km/h. I team adotteranno una configurazione aerodinamica tendente a privilegiare la velocità massima, che dovrà bilanciarsi con il settore centrale - contraddistinto da veloci cambi di direzione - e quello conclusivo, il lento che gira intorno alle tribune dello stadio, una sorta di Motodrom in stile Hockenheim. Dalle simulazioni Pirelli ci si aspetta una pista mediamente impegnativa quanto alle forze laterali scaricate sulle gomme, proprio per il segmento di pista alle spalle dei box, mentre i livelli di stress si collocano nella parte alta della scala, viste le tre frenate decise e le ripartenze con importanti richieste di trazione al posteriore. Il gap tra gomme morbide e medie è stimato in 1”3, valore da verificare nel corso del week end a causa della progressiva gommatura del tracciato. «È davvero emozionante tornare in Messico, su un circuito nuovo ma allo stesso tempo ricco di tradizione. Come sempre, puntiamo ad avere due pit-stop, ma le condizioni meteo incerte che interesseranno gran parte del Nord America avranno un gran peso. Il tracciato è stato progettato pensando ai sorpassi, per questo ci aspettiamo una gara davvero interessante», ha aggiunto Hembery. Fabiano Polimeni

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