L'ultima ora di prove libere si disputa su una pista in condizioni migliori, permettendo alla fine una vera simulazione di qualifica con le Pirelli soft gialle che vede svettare
Rosberg per 14 millesimi su
Hamilton. Però la buona notizia è anche quella che gli altri non sono per nulla distanti: 3° troviamo
Ricciardo a poco più di 1 decimo, quindi 4°
Vettel a 2 decimi. Un poco più in là
Kvyat, quindi a più di 4 decimi e sempre piuttosto ravvicinati (in un campo di nemmeno 2 decimi) seguono
Perez, Bottas e Sainz. Altri due decimi e abbiamo
Massa, seguito per pochissimo da
Hulkenberg che chiude la top ten.
Sessione negativa per
Raikkonen che ha dovuto abbandonare la partita dopo soli 4 giri, piantato dal
motore lungo il tracciato. Al momento in cui scriviamo la macchina non è stata ancora riportata ai box per i normali controlli del caso e quindi non si sa ancora cosa sia successo esattamente e se sarà necessario sostituire dei componenti alla power unit.
Appuntamento quindi
alle ore 20 italiane per le
qualifiche, che stando a quanto visto in questa sessione si preannunciano interessanti.
La cronaca "live" con Twitter
Introduzione
Inizio alle ore 17 italiane (le 10 locali) per l'ultima ora di prove libere in preparazione al
GP F1 del Messico. Una terza sessione che seguiremo come sempre con la nostra
cronaca diretta in parallelo fra web e Twitter (
@autosprintLIVE) e che potrebbe essere anche stavolta condizionata dal
maltempo, che si aspetta ancor più determinante per le qualifiche.
Ieri ha svettato la Mercedes di
Rosberg, con quella di
Hamilton sopravanzata dalle Red Bull di
Kvyat e Ricciardo, e le
Ferrari subito a seguire. Vedremo se oggi la pista risulterà meno scivolosa rispetto al venerdì e dunque se ciò potrà modificare i valori in campo. Al momento la
Mercedes continua a sfruttare la prestanza della propria
power unit sui lunghi rettilinei, ma la
Red Bull mette in campo un buon
appoggio aerodinamico in curva (soprattutto nelle veloci "esse" dalla curva 7 alla 11) mentre la
Ferrari sfrutta la
buona trazione in uscita dalle molte curve lente.
«Tutto dipende dal grip e dall'evoluzione della pista - spiega
Paul Hembery dal punto di vista della
Pirelli -
come è normale su un asfalto completamente nuovo: c'è un sottile strato lucido e oleoso che rende molto difficile ottenere una certa trazione. Ma con il passare del tempo e dei giri, alla fine la parte superficiale viene ripulita e si deposita gomma, anche se ciò non avviene istantaneamente. Questo rende più difficile il lavoro delle squadre perché, anche per via delle variazioni meteo e di temperatura, non si riescono ad ottenere informazioni coerenti per poter ottenere un quadro accurato della situazione e capire come andare avanti nel weekend. In queste circostanze difficili emergerà chi ha saputo lavorare al meglio con dati limitati».
Maurizio Voltini