Wolff: “Strategie decise dai piloti? Perderebbero”

Wolff: “Strategie decise dai piloti? Perderebbero”
Spiega perché dev’essere il muretto a dettare la linea e non può lasciarsi condizionare dalla volontà dei piloti

16.11.2015 ( Aggiornata il 16.11.2015 17:44 )

Ha parlato senza filtri, Hamilton sul podio del Gran Premio del Brasile e ha detto due cose importanti: senza un gran margine su chi precede, a Interlagos non si passa; volevo inventarmi qualcosa di diverso con la strategia. Se la prima affermazione ha assolutamente un fondo di verità e si è risolta in un assalto per avvicinarsi a Rosberg senza riuscire mai a sferrare un attacco, rovinando viceversa le gomme, sulle scelte strategiche è difficile poter giustificare le parole di Lewis, l’”invenzione” di un copione diverso, specialmente con un Vettel pronto ad approfittare del minimo errore. Toto Wolff interviene per fissare dei paletti chiari e spiegare: «Abbiamo dei principi sin dal 2013 e hanno funzionato bene, perciò non li cambieremo. In macchina non hai il quadro completo della situazione e in quel momento specifico le gomme di Lewis erano finite e si è discusso della strategia a 3 soste, circa 10” più lenta di quella a due. Il pilota in macchina ha un comportamento dettato dalle emozioni, ed è comprensibile, abbiamo ingaggiato dei cani da guardia, non dei cuccioli». E’ ancora più chiaro quando specifica chi decida le strategie e continuerà a farlo: «Abbiamo i nostri strateghi, non discuteremo le tattiche con i piloti. Se iniziassero a fare di testa loro perderebbero ogni gara. La strategia non è una decisione che si prende sulla base dell’istinto: a volte sì, può essere giusto, ma senza il quadro completo dei dati sbaglierai la maggior parte delle corse», aggiunge. Se il muretto definisce una strategia ottimale, quella va seguita. Non vuole cedere alla tentazione di aprire a una lotta anche su questo fronte, risultando già sufficientemente difficile gestire quella tra piloti: «Pensate a tanti anni fa, quando c’era il pilota numero 1 e il secondo: abbiamo cambiato questo scenario e credetemi, è piuttosto difficile gestire due in lotta liberamente. Si potrebbe anche affrontare un passo ulteriore, lasciare in battaglia chi definisce le strategie, ma non è quello che vogliamo fare». Fabiano Polimeni

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