Strano tipo Nico Rosberg. Da quando ha perso il mondiale si è messo ad andare fortissimo e a guidare perfettamente, azzeccando la sesta pole position consecutiva. La 22ª in carriera. Una sequenza del genere non è mai riuscita a un pilota che non abbia vinto il titolo mondiale. Rosberg è il primo non iridato a stabilire un primato del genere.
Ad Abu Dhabi Rosberg ha ancora una volta ridimensionato Hamilton. Gli ha lasciato il miglior tempo solo nelle nelle prime libere. Poi quando si è cominciato a far sul serio, con pista gommata, dal venerdi pomeriggio è sempre stato il più veloce. Nelle libere 2, nelle libere 3 e in qualifica. A dir la verità poi Hamilton ha reagito all’inizio delle qualifiche, perché in Q1 e Q2 è stato un paio di decimi più rapido di Rosberg in 1’40”974 e 1’40”758 rispettivamente.
Ma quello di Hamilton era un fuoco di paglia come ha spiegato anche lui dopo le qualifiche: “È vero sono stato più veloce in Q1 e Q2, ma quelli non erano poi giri così buoni, stavo faticando a guidare e credo che nemmeno Nico abbia fatto un buon giro. Poi quando serviva, in Q3, l’ha fatto”.
Già, perché in Q3 Rosberg ha messo il turbo: è entrato in pista sempre alle spalle di Hamilton e per ben due volte lo ha battuto: prima con 1’40”738 e infine con uno strepitoso 1’40”237. Mentre Hamilton non è andato oltre 1’40”614, staccato di quasi 4 decimi, 377 millesimi per la precisione, dal compagno.
Hailton ha spiegato: “Ho faticato un poco con l’assetto della macchina per tutto il weeekend, ho dovuto fare diverse modifiche. Nico è stato più veloce e basta”.
Ma il dubbio a questo punto è: si è addormentato Hamilton dopo aver vinto il mondiale o è Rosberg che si è messo di colpo ad andar forte? Forse la verità sta nel mezzo.
Spiega Rosberg: “Fino a metà campionato ero vicino a Lewis, ma sempre dietro e la messa a punto della mia auto andava in tutt’altra direzione. Adesso sono sempre vicino a lui, ma lavoro nella direzione giusta”. Il giro della pole è stato comunque notevole, tanto da guadagnarsi un "Amazing lap!" via radio nel giro di rientro. Lui comunque sa che questo non significa aver già vinto la gara, anche se è un buon inizio: "Mi piacerebbe vincere domani - dice ammettendo che non è ancora tutto sicuro - anche per regalare alla mia crew un gran finale di stagione e un motivo per festeggiare".
Una motivazione più precisa che fa luce su questi alti e bassi la dà invece Hamilton: “A Singapore abbiamo cambiato qualcosa nella macchina. Da allora non riesco ad adattarmela come vorrei. Sembra che Nico sia migliorato mentre il mio pacchetto complessivamente è peggiorato. Sono in discesa libera e devo recuperare in ottica 2016”.
Alberto Sabbatini