Red Bull: e Kvyat fece meglio di Ricciardo

Red Bull: e Kvyat fece meglio di Ricciardo
Il russo termina il campionato davanti, pur con un’ultima gara difficile. Daniel: “Non mi toglierà il sonno la cosa”

30.11.2015 ( Aggiornata il 30.11.2015 17:51 )

95 a 92. E’ il risultato al novantesimo della partita 2015 tra Daniil Kvyat e Daniel Ricciardo, “a sorpresa” dopo le battute iniziali di campionato, nelle quali in tanti (e frettolosamente) pronosticavano addirittura il rimpiazzo del pilota russo, ritenuto inadeguato già dai test invernali. Mangerà il panettone in Red Bull eccome, in più si prende una rivincita sui critici dimostrando di aver resistito all’impatto con una realtà ben più complessa di quella sperimentata in Toro Rosso. Ad Abu Dhabi riesce a portare a casa un punto, non senza problemi tecnici, tali da compromettere l’utilizzo dell’ERS. Dal canto suo, Ricciardo – sesto alle spalle di Perez – a parole non drammatizza sull’esito “numerico” della stagione. Certo, reduce da tre vittorie nel 2014 ci si aspettava ben altro, dal pilota e dal team. «Ovviamente sarebbe stata una bella chiusura riuscire a ottenere più punti di Daniil, ma non è qualcosa che mi toglierà il sonno. In generale non è stata una stagione cattiva, di sicuro non sono arrivati sempre i risultati, ma ripercorrendola ho imparato tanto dalle riunioni con gli ingegneri e le analisi su ogni dettaglio», commenta con l’immancabile ottimismo. Spiegare per l’ennesima volta quanto la power unit Renault abbia limitato le prestazioni è inutile, c’è spazio però per un’analisi ulteriore: «A inizio anno credevo che i problemi fossero sia dal versante della power unit che dal telaio. Abbiamo concluso con molta più fiducia sul piano telaistico e ci è mancata solo la potenza. Sse riusciremo ad averne di più saremo molto forti», rilancia. Con una macchina già di per sé lenta sul dritto, chiudere nella top ten ad Abu Dhabi per Kvyat resta comunque un risultato accettabile: «Fino a metà gara sembrava potessimo disputare una gara molto competitiva, controllavo Massa e cercavo l’attacco su Hulkenberg», spiega. Passare una Force India da 335 orari sul dritto, a ben vedere, sarebbe stata comunque impresa ardua. «Poi ho avuto dei problemi elettrici e abbiamo dovuto alzare bandiera bianca; da lì in avanti perdevamo molto sul dritto e ogni giro dovevamo sistemare qualcosa per i problemi che c’erano: viste le circostanze, abbiamo fatto il miglior lavoro possibile». Red Bull che chiude il mondiale nella “terra di nessuno”, quarta a 70 punti dalla Williams e con 51 di vantaggio sulla Force India, non certo un risultato per il quale festeggiare e ne sono consapevoli anche in Renault, con Abiteboul a commentare: «E’ una posizione difficile da accettare e condividiamo parte della responsabilità. Al termine di una stagione molto sfidante, in pista e fuori, vorrei ringraziare tutti a Viry-Chatillon per il loro lavoro. A inizio anno, quando siamo finiti nel mirino sarebbe stato facile perdere le motivazioni, ma tutti sono rimasti concentrati e proseguito sulla strada dello sviluppo. Non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati, però spero che quest’anno venga visto come un’anomalia statistica». Fabiano Polimeni

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