Marchionne: Ferrari non era presentabile

Marchionne: Ferrari non era presentabile
Il presidente ripercorre i primi mesi a Maranello. E sulla forza Mercedes dice: hanno capito subito i regolamenti

12.02.2016 ( Aggiornata il 12.02.2016 10:06 )

Costi, criticità Ferrari e, visto l’interesse sempre suscitato dal tema, Alfa Romeo. Sono i punti chiave che Sergio Marchionne analizza, a pochi giorni dalla presentazione ufficiale della nuova Ferrari, anticipata dal sound della power unit, accesa per la prima volta a Maranello la scorsa settimana e antipasto della portata principale servito ai tifosi. Si parte dalle spese, quelle sostenute dalla Rossa e gli investimenti, invece, richiesti dalla Formula 1: enormi e da ridurre. Sui primi, il presidente spiega come nel 2015 i risultati migliori non siano stati frutto di spese superiori, quanto dell’aver concentrato le risorse là dove era necessario, con il paradosso di aver speso meno dell’anno precedente. Il 2014, annus horribilis che lo vide occupare la poltrona di presidente e prendere le redini del team. «Il primo mese è stato il più difficile, quando sono andato a vedere dove stavamo veramente nel panorama della Formula 1 e mi sono reso conto che non eravamo né presentabili né competitivi», spiega in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Chiaro e diretto, non solo mancava la competitività, evidente anche dall’esterno, ma un team definito nemmeno presentabile. La riorganizzazione interna e il cambio di uomini che sono seguiti hanno dato l’assetto giusto per ripartire. E un ruolo chiave lo riconosce a Maurizio Arrivabene, motivatore come nessun altro, “uomo squadra”. Il 2015 è stato l’anno della ripartenza, il ritorno alla vittoria, grazie a una ritrovata concentrazione su ciò che era davvero importante, come spiega Marchionne; ora c’è una sfida più grande, vincenti da subito, ambizione da coltivare nei test che scatteranno tra 10 giorni a Barcellona e promessa da mantenere, dopo gli annunci natalizi e in occasione del debutto del titolo Ferrari in Borsa a gennaio. Ma qual è stato il vantaggio competitivo principale della Mercedes? «Quando sono uscite le regole, le hanno capite subito: noi lo abbiamo fatto un po’ alla carlona, credo. Ma non voglio criticare il passato. Da quello che ho visto, non c’era il motore necessario per vincere, la power unit non era all’altezza. E il telaio ovviamente aveva i suoi difetti». Infine, torna su Alfa Romeo, che si ritrova con un leggero slittamento in avanti del lancio dei modelli chiave, ma suscita sempre grandissimo interesse. Figurarsi quando viene accostata al mondo delle corse, quale che sia la categoria. A tal proposito, Marchionne ha un desiderio: «A me piacerebbe molto metterla in Formula 1. In un momento di stabilità per FCA, l’Alfa Romeo per ribadirsi come marchio sportivo deve considerare la possibilità di tornare a correre in Formula 1. Come? Probabilmente in collaborazione con la Ferrari, in un classico esempio di un modello da seguire». Prospettive future, chissà. L’attualità vede una Ferrari da portare di nuovo al titolo. Fabiano Polimeni

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