La gara di Sebastian Vettel non è nemmeno iniziata. Come successe a Schumacher a Magny Cours, nel Gp Francia 1996,
a metà del giro di ricognizione una fumata bianca ha dato l'addio alla corsa della Ferrari di punta. Vettel l'ha capito subito: “Engine failure” ha gridato via radio. Poi ha spiegato pochi minuti dopo:
“Non ho avuto avvisaglie prima -spiega - ho visto che c’era parecchio fumo e ho perso potenza”. Poi ha cercato di spiegare la delusione:
“Non ho grandi sensazioni, a dir la verità non ho nemmeno sudato. È stata una gara molto breve la mia, di certo è frustrante. Dobbiamo vedere cosa è successo e qual è la causa. Se è stato davvero il motore o altro. Spero però che il motore stia ancora bene, questa sarebbe la cosa più importante”.
GP Bahrain: la cronaca della gara
Già, Vettel si augura questo perché a differenza di quanto capitò a Schumacher a Magny Cours 1996,
stavolta il motore non è proprio esploso con un botto. Quando si vede una fumata del genere non è detto che sia sempre il basamento del motore a cedere; di solito il fumo bianco è dovuto all'olio che brucia di colpo e fa fumo di questo colore. Quando da un motore aspirato esce olio, vuol dire che si è rotto il basamento dove si trova l'olio di lubrificazione; ma
quando la fumata capita a un motore turbo, come in questo caso,
potrebbe essere anche dovuta alla rottura della turbina, da cui esce parte dell'olio che è nel motore; olio che a contato con il metallo a mille gradi della turbina incandescente va in fumo e genera la fumata che si è vista in tv.
Proprio il cedimento della turbina è quello che
è capitato a Raikkonen in Australia con simile fumata. Stavolta però
la Ferrari a fine gara, senza aver ancora smontato il motore che verrà esaminato soltanto in fabbrica tra alcuni giorni,
dà la colpa al cedimento di una valvola o a un iniettore. In tutti e due i casi però, se così fosse davvero, è molto probabile che
questo guasto porterebbe alla sostituzione della power unit intera per il prossimo GP perché quando si rompe una valvola i suoi pezzi distruggono gran parte del pistone del cilindro incriminato. E quando cede un iniettore, guasto meccanicamente meno grave, esso però può provocare detonazioni nella camera di scoppio e di conseguenza stress termico sulla testata e quindi anche in questo caso la sostituzione è d'obbligo.
Quindi
Vettel quasi sicuramente dovrà rassegnarsi a mettere da parte il primo esemplare di motore 061-H e
disputare le restanti 19 gare con soli 4 propulsori, sballando tutti i conti di ottimizzazione del team. Certo, con questo ritiro – la prima non partenza della carriera per Vettel -il tedesco subisce un curioso negativo primato. Per la prima volta da quando è in Ferrari si viene a trovare dietro Raikkonen nella classifica mondiale: 15 punti i suoi (frutto del 3° posto in Australia) contro i 18 di Kimi. Anzi, Vettel è scivolato addirittura al 6° posto del campionato, dietro anche a Ricciardo e Grosjean. E
la Ferrari ora in campionato è distante ben 50 punti dalla Mercedes (equivalenti a due vittorie) e
subisce già il pressing della Red Bull che l'ha quasi raggiunta: è a 30 punti contro i 33 del Cavallino.
Alberto Sabbatini