GP Cina, Ricciardo: pista dura sull’anteriore sinistra

GP Cina, Ricciardo: pista dura sull’anteriore sinistra
A Shanghai la Red Bull punta a proseguire la serie di risultati positivi, per confermarsi terza forza del mondiale

08.04.2016 ( Aggiornata il 08.04.2016 15:39 )

«Siamo in una posizione migliore di 12 mesi fa». Le parole di Christian Horner sull’avvio di campionato della Red Bull sono supportate dai risultati: due arrivi a ridosso del podio in Australia e Bahrain, adesso si guarda alla Cina, con uno dei rettilinei più lunghi del mondiale (1.170 metri) a mettere alla prova la power unit Tag-Heuer. Paddy Lowe, direttore tecnico Mercedes, nei giorni scorsi ha sottolineato come non ci sia un elevato divario tra i motoristi quest’anno, dichiarando che Renault e Honda sono già davanti al motore Ferrari 2015 Toro Rosso. Sui progressi di Renault Sport nello sviluppo 2016 e le possibilità di recuperare terreno, Horner ha aggiunto: «Hanno tutte le opportunità per riuscirci. Negli ultimi 6 mesi hanno iniziato a fare progressi, adesso la determinazione e l’urgenza di far bene è aumentata, avendo un loro team». I 5.451 metri di Shanghai, rettilineo di ritorno a parte, sono contraddistinti anche della prima curva che si chiude su se stessa, prima del lento tornantino a sinistra, curva 4: «Il rettilineo è lunghissimo e rende la pista diversa dalle altre, poi devi staccare per una delle curve più strette in calendario, passi da una velocità tra le più alte alla più bassa», spiega Ricciardo riferendosi alla penultima curva prima del traguardo. «Curva 1, 2 e 3 sono come un’unica grande curva, davvero lunga e in salita, il che la rende impegnativa sulla gomma anteriore sinistra: è una delle piste più dure su questo aspetto, il che la rende interessante». Tanto più considerando le scelte delle mescole operate dai diversi team, a bilanciare la selezione delle gomme tra medie, morbide e supermorbide. Pista che piace a Daniil Kvyat, «è tecnica. Curva 1 è unica e i veloci cambi di direzione nel settore centrale sono una sfida. Nel 2014 ho corso la mia prima gara in Cina, con una qualifica sul bagnato che rappresento anche quella una sfida particolare, visto che poi in gara ci ritrovammo con condizioni molto diverse». Proprio Kvyat è chiamato a dare una risposta convincente, anzitutto in qualifica: fuori troppo presto nei primi due gran premi, con il “colpevole” individuato nel modo di far funzionare le gomme in Bahrain (in Australia aveva accusato il traffico, Daniil), potrebbe tornare a esprimersi su altri livelli con una qualifica a eliminazione classica, senza l’”ansia” di dover fare subito un giro perfetto. Fabiano Polimeni

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