F1 Cina, tutti gli sbagli di Vettel

F1 Cina, tutti gli sbagli di Vettel
In qualifica a Shanghai, stavolta Seb non è stato quello che "fa la differenza", fra errori di guida e scelte strategiche per le Q3

16.04.2016 ( Aggiornata il 16.04.2016 11:38 )

Un assist servito che la Ferrari ha sprecato malamente! Proprio quando le cose si erano messe bene per le due Rosse, con Hamilton prima penalizzato, poi addirittura ultimo in Q1, né Vettel né Kimi hanno trovato la zampata per portare una Ferrari in prima fila. Una delusione cocente per la squadra diretta da Arrivabene. Le cose si erano messe benissimo per la Ferrari a inizio qualifiche. Con quei lunghi rettifili che favorivano il motore Ferrari e Hamilton subito ko, la prima fila in Cina per le Rosse era un traguardo che sembrava pressoché scontato. Il 2° posto era facilmente alla portata sulla carta e addirittura si sognava silenziosamente la pole position, visto che Rosberg dei due rivali Mercedes è l’avversario più debole sul giro secco. In più metteteci il fatto che Vettel prima e Raikkonen dopo sono stati i più veloci in Q1 e in Q2. E invece... Ma andiamo ad analizzare, anche con le parole di Vettel, cos’è successo nel momento decisivo della Q3. “Ho guidato male - dice Sebastian - non sono riuscito a fare un buon giro nell’unico mio tentativo. Sono partito male fin dal primo settore, ho cercato di recuperare per tutto il giro ma non sono contento di quanto fatto in Q3”. Vettel si è preso un rischio importante nell'ultima parte delle qualifiche, preferendo fare un solo tentativo nel finale in Q3 per risparmiare un treno di gomme (supersoft) per la corsa. Ma gli è andata male. È entrato in pista quando mancavano appena 2 minuti e 10 secondi dal termine delle qualifiche, e si è trovato costretto a tirare già nel giro di lancio per transitare sotto la bandiera a scacchi in tempo per iniziare il giro. Con il possibile pericolo di non riuscire a scaldare bene le gomme. Quello non è stato un errore, bensì una procedura ben calcolata. Ma alla fine si è rivelata forse un rischio eccessivo, anche se il pilota smentisce. “No, non è stato un rischio calcolato male”, si difende Vettel. “La procedura che abbiamo seguito era voluta e giusta. Sono io che ho guidato male nel corso di quel giro, perché forse ho chiesto troppo alle gomme nel giro di lancio”. Guidato male dove? Un po' ovunque. Vettel fin dal primo intermedio è apparso piuttosto lento. E non ha mai cambiato passo. La prova la danno i tempi sul giro. Vettel nell’unico giro in Q3, spingendo con la massima determinazione, ha fatto “soltanto” 1’36”246, quando già in Q2 era stato più veloce di quasi 1 decimo: 1’36”183. E alla fine è stato ben più lento del suo compagno Raikkonen, notoriamente non un fulmine nel giro secco, che gli ha rifilato 3 decimi. E ha preso ben 0”844 da Rosberg in pole. I soliti 8 decimi, ritardo prestazionale ormai abituale delle Rosse dalle Mercedes a pari gomme. Il problema è che stavolta Vettel non ha fatto la differenza. Si potrà dire che il clima freddo e l'aria umida non erano l'ideale per la Ferrari, notoriamente poco a suo agio quando fa freddo perché non riesce a scaldare bene le gomme (ma con le supersoft risente meno di questo problema). Ma questo problema l'aveva anche Raikkonen. Quindi in realtà è proprio Vettel che ha guidato male. Ci sono poche altre spiegazioni. Nemmeno lui sa bene perché, non c'è un aspetto del set up dell'auto di cui si sia lamentato. È stato semplicemente lento. Strano per uno come Sebastian che è tra i più bravi quando si tratta di dare il 110% e spremere al massimo la macchina su un solo giro. Vettel è uno che riesce sempre a gestire bene le emozioni, non si fa influenzare negativamente da situazioni psicologiche del tipo “o la va o la spacca”. Non va in ansia da prestazione come capita a volte a Raikkonen. Eppure stavolta nelle qualifiche cinesi è stato l'ombra del pilota spietato da giro secco che conosciamo bene. “So che la macchina poteva dare di più – ammette - ma vedendo poi il tempo finale del giro di Nico (1'35”402, a ben 844 millesimi da quanto fatto da lui, ndr) so che quel tempo non sarei riuscito a farlo, però la 2° posizione poteva essere alla mia portata. Credo che abbiamo una macchina forte, credo l’avessimo anche oggi ma sono io che non ho fatto il lavoro che dovevo fare. E posso prendermela solo con me stesso”. “L'unica consolazione – aggiunge – è che almeno abbiamo un set di gomme in più per la gara”. Già ma vedere Vettel surclassato anche da Ricciardo con una red Bull notoriamente scarsa di motore su una pista dove c'è un rettifilo infinito, dà l'idea di quanto sia andato piano (nelle curve) il ferrarista. E per sua fortuna è riuscito a mantenere il 4° posto perché Bottas, dietro con una Williams che non è più il fulmine di guerra dell'anno scorso, gli è arrivato ad appena 5 centesimi e avrebbe potuto farlo retrocedere di una fila. Alberto Sabbatini

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