F1, l'analisi del GP di Monaco: tra mostri e sfortunati

Il tracciato che più di altri fa la differenza fra i piloti bravi ed esperti, non ha potuto però premiare tutti i meritevoli

Maurizio Voltini

29.05.2016 20:09

Come scritto più volte, il timore era che il GP di Monaco si risilvesse in una "processione", ma nonostante il circuito di Montecarlo abbia confermato le difficoltà di sorpasso, così non è stato. La gara ha anzi offerto molti spunti di discussione anche per incidenti e altro di cui parliamo abbondantemente in altri articoli. Nell'analisi generale evidenziamo una volta di più come da un lato Lewis Hamilton abbia meritato la vittoria, giganteggiando dal punto di vista della guida e per una volta anche come accortezza tattica. Dall'altro lato spiace sportivamente che Daniel Ricciardo sia stato "scippato" nuovamente di un successo altrettanto meritato. Il balletto dei meccanici che arrivavano in ritardo ad equipaggiare la sua macchina ferma senza ruote al pit-stop, è stato imbarazzante. E come botta sul morale, essere rientrato in pista appena dietro a Hamilton, che pure aveva perso tempo per errori una volta in pista con le slick (dal giro precedente) è stato quasi ingiusto. 

Ricciardo furioso: "Fregato dal team per la seconda volta"

Purtroppo per lui, "that's racing". E lo stesso vale per Max Verstappen, che sulle stradine del Principato ha pagato stavolta anche più dell'anno scorso la sua inesperienza. Non sempre montare la testa a un ragazzino dà buoni risultati, e in questo anche chi lo circonda dovrebbe probabilmente farsi qualche domanda. Oddìo, non che l'esperienza stavolta sia servita più di tanto all'altro protagonista di Barcellona, cioè Kimi Raikkonen. Già penalizzato dopo le prove, non ha avuto nemmeno il tempo di far vedere cosa avrebbe potuto fare, visto che dei 10 giri completato l'80% sono stati in regime di safety car, virtuale o reale che fosse. 

Non che la Ferrari rimasta in gara abbia potuto dimostrare molto di più: Sebastian Vettel ha indubbiamente dato l'impressione che sul piano velocistico avrebbe potuto fare molto (o almeno qualcosa) di più, ma resta il fatto di essere rimasto bloccato troppo a lungo dietro a Massa nella prima metà di gara (quando il brasiliano è rimasto in pista a oltranza con le gomme rain) come pure di non aver potuto attaccare davvero Sergio Perez per l'ultimo gradino del podio. Però era riuscito a recuperarlo in più riprese, quindi non era un problema di velocità, fra pilota e/o macchina. Resta il fatto che, come non si può incolpare l'eroe sfortunato di giornata (cioè Ricciardo) per non aver superato Hamilton quando era in coda, crediamo sarebbe ingeneroso infierire su Vettel. Con tutto che siamo ben consci non ci sia molto da gioire nell'essere finiti dietro non solo alla Mercedes e non solo alla Red Bull, ma anche alla Force India, stavolta… 

Nondimeno, va rilevato (con un po' di autocompiacimento) come avessimo già segnalato le buone possibilità della squadra di Perez e Hulkenberg in questa occasione. Bene dunque per il messicano, con un risultato meritato appieno, mentre a Nico sembra non si riesca a concretizzare col risultato di spicco quanto sicuramente è in grado di fare (il risultato in qualifica dirà pur qualcosa). Al netto dell'incidente di Daniil Kvyat, peraltro "telefonato" nella nervosa scaramuccia con Kevin Magnussen dopo gli iniziali problemi elettrici, pure la Toro Rosso non si può lamentare per l'ottimo 8° posto di Carlos Sainz, anche se come risultato di squadra non siamo certo paragonabili a quello McLaren che ha portato Fernando Alonso ad un insperato 5° posto e pure Jenson Button nella top ten, nono pur se doppiato. 

Briciole invece per Williams e Haas, con alterne sfortune nonostante fossero state fra i protagonisti in certe fasi di gara, con il solo Massa a raccogliere un punticino seguito da Esteban Gutierrez, Valtteri Bottas (penalizzato a fine gara) e Romain Grosjean, vittima indiretta dell'incidente di Raikkonen. Sempre meglio però di quanto successo alla Sauber, con lo scontro autolesionistico fra Felipe Nasr e Marcus Ericsson dopo i bisticci via radio: immaginiamo che il debriefing sarà incandescente… 

Infine, una considerazione finale. Va bene criticare l'utilizzo della safety car per il via sul bagnato, ma non si può nemmeno far finta di non comprendere chi è stato bersagliato di critiche (e ora anche di citazioni in tribunale) per aver lasciato troppa libertà ai piloti in precedenza con la pioggia. Come pure deve però far riflettere che al momento del "rilascio" della gara per il "vero via", dopo 7 giri di safety car, la situazione permettesse ormai di passare alle gomme intermedie. Ci chiediamo: sarà possibile tornare ad una situazione un po' più serena ed equilibrata, che permetta di prendere le decisioni senza troppe pressioni, in questi frangenti? Crediamo se ne avvantaggeranno sia lo spettacolo che lo sport. 


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