Analisi gara Spa F1: tra bersagli rossi e cecchini impuniti

Il GP del Belgio è stato condizionato dalle intemperanze di Verstappen e dal botto di Magnussen. Hamilton ringrazia entrambi

Maurizio Voltini

28.08.2016 18:59

"Le gare si possono decidere anche a 300 metri dal via": parafrasando il grande Ayrton, questo si può dire anche del GP del Belgio odierno, specialmente pensando alle Ferrari. Ottimo scatto al via soprattutto da parte di Sebastian Vettel, ma sono un secondo e terzo posto (con Kimi Raikkonen) che non superano la prova della Source con la complicità di Max Verstappen. Un incidente che analizziamo meglio qui, ma che di fatto estromette dalla gara tutti e tre. Anzi, pure quelli come lo sfortunato Carlos Sainz che danneggiano le macchine sui detriti.

Ma il film prosegue, riproponendo certe scene dell'Hungaroring, quando Raikkonen e Verstappen vengono di nuovo ai ferri corti, con oscillazioni "cattive" e altre manovre che se fossimo nel calcio sarebbero ad occupare tutta la moviola. Manovre assolutamente inaccettabili per quella che è l'etica dei piloti, ma che a stretto termine regolamentare possono passare impunite, un po' come certi rigori che potrebbero starci ma anche no e che aiutano tanto l'audience televisiva o i forum su internet nelle interminabili discussioni conseguenti.

Tuttavia c'è stata una manovra sulla quale non si può proprio sorvolare, nemmeno dal punto di vista regolamentare più che da quelli della moralità o della pericolosità. Ci riferiamo a quando nell'arrivare alla staccata di Les Combes con Kimi sfilato a sinistra, Max ha resistito frenando tardi (e fin qui ok) ma poi allargandolo oltre i limiti della pista, che ha superato pure lui peraltro. Ebbene, ricordiamo benissimo come in una situazione concettualmente identica proprio su Verstappen, in Germania, Rosberg fosse stato prontamente penalizzato di 5 secondi. Invece nulla; anzi, nessuna delle situazioni a rischio viste in gara soprattutto con Max è stata nemmeno posta sotto investigazione. A questo punto, pur senza essere complottisti, come si può dare torto a chi vede in Verstappen un pupillo intoccabile della Fia (grazie forse alla metà dei tifosi suoi portati a Spa) un po' come è stato in precedenza per Hamilton? Magari sommando pure il fatto che né Rosberg né Raikkonen siano benvoluti? Alla fine come si possono dare colpe particolari al pur "troppo giovane" e "troppo arrembante" olandese, quando semplicemente si adegua ai regolamenti (malscritti) e a come questi vengono applicati "ad personam"?

Esaurita la personale dose settimanale di polemica, passiamo al resto della gara registrando comunque come per le Ferrari sia stata un'occasione persa, anche perché finite subito in fondo (Kimi addirittura doppiato) con i piloti costretti a lottare con monoposto danneggiate: una difficoltà che bisogna considerare nel giudicare i giri successivi. Mentre il sempre sorridente (ed effettivamente positivo) Daniel Ricciardo allunga in classifica generale al 3° posto - e costringe Webber a bere dalla sua scarpa, sul podio! - con 23 punti di margine su Vettel che ha scavalcato Raikkonen di 4 punti. Da parte sua Lewis Hamilton fa come sempre del suo meglio e contiene i danni (in termini di punteggio rispetto a Rosberg) avvantaggiandosi sia dell'eliminazione sulla sua strada di Vettel, Raikkonen e Verstappen, sia dello stop di gara conseguente al botto a Raidillon di Kevin Magnussen, che invece penalizza oltremisura la Force India.

Quella pur positiva del team "indiano" è stata infatti una gara dolce-amara: da un lato con questo ottimo risultato di squadra supera di 2 punti la Williams nella classifica per i costruttori. Parliamo del 4° e 5° posto finale da parte di Nico Hulkenberg e Sergio Perez, che però nel caso del tedesco poteva essere ben più sostanzioso (ecco la parte "amara"). Infatti Nico era secondo dopo la carambola iniziale, è passato terzo quando ha cambiato le gomme immediatamente all'ingresso della safety car (per l'incidente a Magnussen) e quindi si sarebbe trovato in una situazione favorevolissima (lo stesso per Perez che però era 7°). Però la successiva bandiera rossa ha vanificato tutte le buone mosse della Force India, permettendo agli altri di sostituire le gomme da fermi. Quasi quasi c'è da ritenersi fortunati che Hulkenberg non abbia avuto conseguenze nella toccata con Alonso in corsia di uscita box.

Passiamo allora a Fernando, che si è rifatto di tutti i guai patiti in prova con una gara senza intoppi, risalendo dall'ultima posizione in griglia fino alla settima al traguardo. Certo, Hamilton ha fatto anche meglio (da 21° a 3°) ma vogliamo mettere la differenza di macchina? Oltretutto si è visto Alonso guidare "carico", a dimostrare che il suo talento non è certo (ancora) in naftalina. Piuttosto sarebbe stato bello vedere cosa avrebbe potuto fare Jenson Button, ma al contrario dello spagnolo l'inglese ha avuto tutta la sfortuna in gara, completando un solo giro.

Per la Williams non si tratta certo di un GP da ricordare: vuoi per il risultato in sé pur con entrambe le macchine al traguardo e a punti (Valtteri Bottas 8° e Felipe Massa 10°), vuoi per essere arrivati dietro ai rivali diretti e anche alla McLaren, vuoi per essere arrivati assieme a Raikkonen pur con tutti i guai del finlandese, vuoi per i problemi finali con le gomme. Infine, se la Haas ha tutto sommato concluso "meno peggio" di quanto poteva essere e soprattutto non doppiata, si spera che la Toro Rosso riprenda il bandolo della matassa dopo un weekend per nulla soddisfacente.


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