Formula 1, i team diventeranno azionisti?

Alla vigilia delle qualifiche di Singapore alcuni dei team principal si sono espressi sulla possibilità di diventare azionisti del Circus

Francesco Colla

17.09.2016 13:27

La Formula 1 sbarcherà a Wall Street. La quotazione in Borsa del Circus (che nel 2012 aveva tentato di quotarsi a Singapore) sarà solo uno degli effetti dell’acquisizione da parte della holding Liberty Media. Ognuno di noi potrà potenzialmente acquistare un frammento del campionato simbolo del motorsport, tuttavia i nuovi proprietari più che all’azionariato diffuso sembrano orientati a un coinvolgimento dei team e delle società alle loro spalle

L’argomento ha tenuto banco durante la conferenza stampa del venerdì, quando i team principal sono stati interpellati sulla questione. Christian Horner, boss della Red Bull, ha commentato:Ciò che abbiamo sentito sembra molto positivo. Fanno parte di una realtà molto solida e non penso che una società come Liberty avrebbe comprato la Formula 1 senza un piano a lungo termine e spero che rafforzeranno alcune delle aree dove siamo più deboli. Penso anche che un’espansione verso il mercato americano possa essere molto interessante, così come una maggiore presenza sulle piattaforme digitali; aspettiamo di conoscere quali sono i loro piani ma tutto ciò che abbiamo sentito suona molto positivo”

Gli altri team principal presenti - Toto Wolff (Mercedes), Maurizio Arrivabene (Ferrari), Monisha Kaltenborn (Sauber), Cyril Abiteboul (Renault), Guenther Steiner (Haas) – hanno appoggiato quanto detto da Horner. 

Liberty ha comprato la F1 per un motivo molto semplice: fino ad oggi è stato un investimento remunerativo. “Si tratta di un investimento a basso rischio - aveva detto il nuovo presidente Chase Carey (vedi immagini) - il suo modello finanziario funziona piuttosto bene, visto che sino al 2026 sono garantiti 9.3 miliardi di dollari. Provenienti da contratti televisivi, accordi con gli organizzatori dei Gp e contratti pubblicitari. C’è una grossa domanda per trasmettere lo sport in televisione, così come le richieste degli sponsor e degli inserzionisti di farne parte, per uno sport molto attrattivo dal punto di vista demografico”. Queste ultime parole sono particolarmente interessanti: la F1 deve avvicinarsi ai giovani per avere un futuro economicamente roseo e per farlo è necessario (vedi quanto dichiarato sopra da Horner) aumentarne la presenza sui nuovi media rendendola più appetibile e (di conseguenza) più “social”. 

Ora, come già accennato, Liberty vorrebbe offrire ai team la possibilità di diventare azionisti della società che controlla e possiede il loro stesso sport. Non si tratta di una novità assoluta, in passato Ecclestone e la CVC avevano ripetutamente offerto a Ferrari e Mercedes di comprare quote, ma l’offerta era sempre stata declinata per non accollarsi troppi rischi. 

La mentalità dei team è cambiata? La Kaltenborn ha commentato: “Perché no? Abbiamo già avuto questo tipo di discussioni in passato e l’idea è interessante. Potrebbe avere senso se tutti i team attuali avessero l’opportunità di essere rappresentati, anche se alla fine dipende sempre da cosa ottieni e a che prezzo.

Toto Wolff ha replicato: “L’idea sembra buona. Rendere i team azionisti potrebbe risolvere molti problemi ma ovviamente questa è una decisione commerciale e finanziaria che contiene insidie in ogni piega”. Bella l’idea, insomma, però Liberty deve prima scoprire le carte. “Senza i team non esiste Formula 1 – ha concluso Horner – Penso che acquisire quote di minoranza avrebbe senso se venissero offerte a tutti le stesse condizioni”. Se ne può parlare, dunque, a patto che si entri tutti insieme e a condizioni (e con quote) paritetiche. Altrimenti c’è il rischio che un’oligarchia si tramuti in una dittatura. 
 

Tutti i dettagli della acquisizione da parte di Liberty Media sul numero di Autosprint in edicola fino a martedì 20 settembre

 


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