I dubbi dell'ex pilota sulle scelte fatte dal team sui tecnici, che ha rinunciato a puntare su un grande nome in favore della crescita del "vivaio" interno
C'è chi la vorrebbe con una sede tecnologica in Gran Bretagna, come Flavio Briatore, forse dimenticando come l'esperimento non diede grandi risultati, per usare un eufemismo, a inizio anni Novanta. C'è chi sostiene - per quanto possa essere interessato dalle manovre Ferrari, rappresentando la concorrenza che fa da riferimento per tutti - la linea dello sfruttamento delle risorse interne, come Niki Lauda. E c'è, poi, un Pedro de la Rosa, oggi commentatore televisivo, un passato anche a Maranello, nell'era "alonsista", che si chiede se la strategia impostata dal presidente Marchionne sia quella corretta per riportare al successo la Scuderia.
«La Ferrari è una grande squadra e lo sarà sempre, il problema, tuttavia, sono gli investimenti. Va bene semplificare le strutture, fa bene all'ambiente. La domanda, però, è: "Chi c'è?". Quando vanno via James Allison, Pat Fry, Tombazis e moltri altri, anche licenziati, se ne vanno nomi importanti. E l'interrogativo seguente è: "Chi hanno preso?". La promozione interna va bene se chi subentra è migliore di chi lascia. Dopotutto, siamo in un business, un'impresa come qualsiasi altra e se investi sul talento ottieni risultati, viceversa, nulla», l'analisi polemica fatta a El Confidencial.
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Questione di visioni, profondamente diverse, tra una Ferrari convinta di avere all'interno gli uomini giusti, i talenti da valorizzare e da gestire con un'organizzazione diversa, affidata a un responsabile dell'area tecnica, Mattia Binotto, e chi, invece, sposa la politica dei "grandi nomi". I risultati recenti non premiano per ora le scelte fatte a Maranello, l'involuzione da un anno all'altro vista a Singapore è sintomatica del momento, guardando al futuro - a brevissimo termine significa battere la Red Bull - non sembra brillantissimo, in attesa di smentite sul campo, con le evoluzioni tecniche anzitutto da portare in pista e i risultati a certificare i progressi.
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