Formula 1 Malesia, analisi gara: duelli sì e duelli no

Formula 1 Malesia, analisi gara: duelli sì e duelli no

I contatti al via e nella lotta per il 3° posto non devono offuscare lo splendido, decisivo e prolungato ruota a ruota fra Ricciardo e Verstappen

Maurizio Voltini

02.10.2016 13:36

Davvero molti gli episodi di gara vissuti a Sepang, tra quelli spettacolari e quelli invece più sfortunati. La macchina di Felipe Massa ferma in griglia al via del giro di ricognizione è solo una piccola anticipazione del fatto che non sarà una gara banale. Infatti subito alla prima staccata del via avviene l'episodio che incide sulla lotta per il Mondiale.

Sebastian Vettel scatta molto bene e attacca Max Verstappen: nulla di sbagliato nell'intenzione, lo spazio c'è, ma la frenata è un poco troppo profonda (tutti sono arrivati davvero "impiccati", peraltro). Vettel si accorge di essere "lungo", cerca comunque di prendere la corda mentre Verstappen, ormai completamente superato ma anche un po' scomposto, sembra quasi lo tocchi sul fianco (invece dal camera car si vede come lo sfiori soltanto). E alla fine Vettel va a colpire il leader del mondiale: un errore lieve, come hanno scritto anche i commissari di Sepang, ma che manda in testacoda Rosberg e rompe la sospensione di Vettel, che a GP concluso viene così convocato in direzione gara dove viene deciso di penalizzarlo con 3 posizioni in griglia al prossimo GP di Suzuka (fra una settimana) aggiungendo 2 punti licenza alla sanzione. 

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Fatto sta che Rosberg, assolutamente incolpevole - non aveva nemmeno stretto, dato che stava lasciando sfilare Hamilton - si è trovato mandato in testacoda ed è ripartito in coda al gruppo (eccettuato giusto Vettel, fermatosi con la sospensione anteriore sinistra diventa). A questo punto è stato autore di un recupero davvero considerevole e che fa il paio con un'altra rimonta vista oggi, quella di Fernando Alonso, che era partito ultimo per via delle 45 penalità accumulate nel weekend per sostituzioni varie di elementi motoristici. Volendo ironizzare, si potrebbe dire che con il notevolissimo 7° posto finale, lo spagnolo abbia rimontato ben 60 posizioni "virtuali"… In ogni caso, una posizione che completa la buona giornata complessiva della McLaren-Honda, dato il nono posto finale di Jenson Button. Oltretutto, nel suo 300° GP, l'inglese ha guidato bene ma non è stato assistito dalla fortuna, non essendo stato in grado di sfruttare le virtual safety car viste in gara (anzi, l'opposto) perché aveva sostato poco prima. 

Virtual safety car che non hanno avvantaggiato significativamente nemmeno Rosberg - saranno imprecise, ma non annullano i distacchi come successo a Hamilton in Belgio - che ha passato gli avversari uno ad uno, fino al bel duello con Kimi Raikkonen. Il sorpasso per il 3° posto si è concretizzato dopo un attacco all'esterno della staccata per la prima curva, e proseguendo su una linea più esterna Rosberg ha affondato il colpo alla controcurva 2. Tuttavia, seguendo una traiettoria che è normale entrando da quel lato, e con la "complicità" di Raikkonen che stringe un poco (vuoi perché non se l'aspettava, vuoi per un piccolo accenno di resistenza), c'è un piccolo contatto fra le ruote anteriori. Contatto che ai commissari non è piaciuto, portandoli a sanzionare Rosberg di 10 secondi in gara (e 2 punti licenza). Una decisione che non condividiamo, sia perché sproporzionata alla "gravità" (quasi nulla) del fatto, sia perché se ogni minimo contatto è colpa di chi sta provando a passare, significa autorizzare chi resiste a fare di tutto (non è stato il caso di Raikkonen oggi, ma di Hamilton in Austria sì). Inoltre rilevare che episodi ben peggiori non siano stati sanzionati, sarà polemico ma non si allontana molto dalla realtà. In ogni caso Rosberg è riuscito a recuperare questa penalizzazione concludendo lo stesso terzo. 

In questa fase è da rilevare che Kimi Raikkonen ha offerto buoni sprazzi di gara, riuscendo ad eguagliare spesso le prestazioni di Rosberg sia quando l'aveva dietro, sia quando lottavano a distanza per il 3° posto, sul filo dei 10 secondi di gap. E questo con gomme equivalenti. Resta peraltro il fatto che alla fine Rosberg sia arrivato davanti, ma crediamo che l'analisi di questi giri possa essere utile per la Ferrari, visto che non si può sapere cosa avrebbe potuto fare invece Vettel. Senza ignorare però che ancora una volta, quando le Mercedes sono venute a mancare, è stata nuovamente la Red Bull ad approfittarne

Perché quando il motore in fiamme ha stroncato la cavalcata apparentemente vittoriosa di Lewis Hamilton, che solo in occasione di pit-stop sfalsati aveva lasciato il comando fino a quel fatidico 40° giro, dietro di lui c'erano Daniel Ricciardo e Max Verstappen. In precedenza, quando si era trovato alle spalle dell'australiano con gomme più fresche, Max aveva provato a passare: un tentativo che ha visto i due affrontare appaiati almeno quattro curve, in una lotta che è stata rispettosa ma in cui nessuno dei due ha mollato il gas più del dovuto (anzi, l'opposto). Ricciardo è riuscito a resistere e poi, quando la virtual safety car per lo stop di Hamilton li ha portati a sostare in contemporanea e quindi a "pareggiare" le gomme, ha tenuto il compagno-avversario a distanza di sicurezza, meritandosi la vittoria. La prima dell'anno, dopo gli episodi sfortunati precedenti in questa stagione in cui l'aveva sfiorata. 

Difficile ma produttiva la gara di Valtteri Bottas, che ha gestito opportunamente le gomme: partendo con le medie e montando le hard (obbligatorie) al 30° giro iniziato, ha effettuato una sola sosta (contro le due di Ricciardo e le tre degli altri davanti) riuscendo così ad agguantare un ottimo 5° posto davanti a Sergio Perez, anche lui abbastanza proficuo. Sommando questo 6° posto all'8° di Nico Hulkenberg, la Force India riesce infatti a stare davanti alla Williams di 3 punti nella lotta per il 4° posto fra i costruttori: una sfida anche questa abbastanza avvincente, alla fin fine. Mentre la Renault può solo essere soddisfatta per il punto guadagnato qui da Jolyon Palmer, il suo primo in F1, di poco davanti a Carlos Sainz. Del resto ognuno si deve accontentare di quanto è possibile, che nel caso della Haas oggi sarebbe stato il semplice fatto di vedere il traguardo: obiettivo negato per l'avaria ai freni di Romain Grosjean e per la ruota persa da Esteban Gutierrez. Insomma, forse questi due piloti si lamenteranno un po' troppo, ma non è che la squadra non gliene dia motivo… 

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