Formula 1 Abu Dhabi, l’ultimo atto di Jenson Button 

Dopo 17 stagioni il gentleman della Formula 1 si prepara a dire addio al Circus: nel suo futuro il rallycross e due anni in McLaren per "aiutare a migliorare il team"

Francesco Colla

22.11.2016 14:31

Lo scorso 6 ottobre sulle tribune di Suzuka è comparso uno striscione: “Jenson, stay”. Jenson rimani. Il britannico invece se ne va. Campione del mondo 2009 con la Brawn, in 17 stagioni ha conquistato 15 vittorie e 50 podi, correndo un totale di 305 gran premi. Ad Abu Dhabi diventeranno 306, poi l’addio al Circus dopo un finale di carriera non certo esaltante: l’ultima vittoria fu a Interlagos nel 2012, stesso circuito dove due settimane fa ha tagliato il traguardo in ultima posizione. “Non mi interessa cosa fanni gli altri – ha urlato via radio al team che gli chiedeva di tornare ai box Io le intermedie non le voglio! Non mi sono improvvisamente dimenticato come si guida sul bagnato...”

Lui, uno dei “maghi della pioggia”, che nel 2011 era stato insignito da Alain Prost del titolo di “Professore” dopo la vittoria al GP d’Ungheria. Ora l’addio al Circus pur mantenendo un contratto biennale con McLaren: “Il prossimo anno non correrò più in Formula 1 perché non voglio più farlo ha dichiarato in esclusiva ad Autosprint, in edicola dal 22 novembreVoglio poter gestire la mia agenda in termini di tempo. Sarò presente a pochi GP. Alla McLaren ci sono alcune aree che necessitano di essere migliorate. Mi occuperò di quelle e inoltre svolgerò un lavoro al simulatore, se me lo chiederanno. Cercherò di aiutare per migliorare il team, non la vettura. Il prossimo anno non voglio correre, farò altro”.

Altro significa la 1000 km di Suzuka, “poi voglio disputare il campionato del mondo di Rallycross, una specialità che ho sempre amato, al di là che mio padre sia stato un grande pilota della categoria. Ci sono due campioni del mondo di rally (Loeb e Solberg, Ndr) che stanno correndo, c’è una quantità enorme di piloti di grande talento. E le vetture mi sembrano molto divertenti da guidare”

Più divertenti delle nuove monoposto a causa della “mancanza di downforce e per le gomme che dobbiamo utilizzare”. Ma Jenson è sicuro che quelle del prossimo anno saranno più facili da portare al limite per i giovani leoni come Verstappen, Ocon e Stroll. Lui, classe 1980, è ormai un veterano abbastanza vecchio da aver corso contro il padre (e anche la madre) dell’enfant terrible olandese. Ma al di là delle vittorie Button è stato un pilota di grande intelligenza, stile da vero gentleman, tanta concretezza e poche polemiche: la sua presenza nei paddock mancherà a molti.


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