Formula 1 2017, la rivoluzione dietro le quinte

Formula 1 2017, la rivoluzione dietro le quinte©  sutton-images.com

Paddy Lowe lascia Mercedes e Vasseur se ne va da Renault: sono solo gli ultimi spostamenti di un vero terremoto che cambia il panorama interno ai team

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Francesco Colla

11.01.2017 13:17

Fredéric Vasseur lascia il team Renault “di comune accordo” e “con effetto immediato”. Il team principal non paga tanto i deludenti risultati della scorsa stagione, quanto il non essere riuscito a creare una squadra migliore per il 2017. E ora l’a.d. Abiteul gli ha presentato il conto. Vasseur è solo l’ultima tessera del Circus a cadere o a cambiare posizione. Giusto ieri veniva confermato l’addio di Paddy Lowe dal team Mercedes.

I pluricampioni, fedeli al motto “squadra che vince cambia”, sono pronti ad accogliere a Brackley James Allison, l’ex direttore tecnico Ferrari, che erediterà un ruolo occupato, prima di Lowe, da Ross Brawn. Lowe, a sua volta, dovrebbe approdare in Williams, squadra che schiererà il richiamato alle armi Felipe Massa e il giovane Lance Stroll. Non appena Mercedes ufficializzerà Bottas come sostituto di Rosberg. 

Tutto tranquillo, si fa per dire, in casa Ferrari, dove Mattia Binotto è stato confermato alla direzione tecnica della Scuderia, assunta lo scorso luglio contestualmente all’addio di Allison. Da quel giorno le cose a Maranello non sono migliorate, tuttavia Marchionne e Arrivabene hanno ritenuto non necessaria l’introduzione di forze fresche. “Paddy Lowe è un grandissimo tecnico aveva commentato Marchionne al pranzo di Natale Ferrari - ma va detto che eravamo adeguatamente coperti, e che non c'è bisogno di lui. Non ci serve l'eroe, non ci manca questo o quello, un Lowe o un Ross Brawn. Ci mancano moltissime cose, ma la squadra è squadra, è fatta in un percorso di anni e non andiamo a cambiarla adesso. Fateci lavorare, arriveranno i risultati. Poi se va male criticate me, lo sbaglio l'ho fatto io, non cercate capri espiatori”.

Binotto, l’ex motorista classe 1969, nella stessa occasione aveva espresso ottimismo “Ci saranno tanti cambiamenti regolamentari sull’aerodinamica e avremo monoposto molto più veloci in curva, accelerazione, frenata. Ma non credo proprio che a Maranello non si sappia costruire una macchina così. E’ solo questione di tempi, quello che ci è mancato nel 2016, a volte, è stata la reattività. Dobbiamo arrivare a introdurre nuove soluzioni prima degli altri”. Per colmare il gap “siamo intervenuti su tutte le aree della monoposto”. 

Niente campagna acquisti a Maranello, dunque, così come in Red Bull, con il mago Adrian Newey ben deciso a dare a Max Verstappen e Daniel Ricciardo una monoposto in grado di “mettergli le ali”, citando il claim preferito dei “bibitari”. Chi invece ha messo a segno un bel colpo è stata Sauber, che, approfittando dell’addio di Audi al Mondiale Endurance non si è fatta sfuggire l’occasione di ingaggiare Joerg Zander, che sarebbe stato un appetibile acquisto anche per Ferrari. 

Infine uno sguardo in casa McLaren. Ron Dennis è stato sollevato dai suoi incarichi esecutivi parzialmente sostituito da Zak Brown, ed è dunque lecito porsi qualche interrogativo anche sul futuro a Woking di Jost Capito, l’ex boss Volkswagen Motorsport, assunto proprio da Dennis. Ma Capito ha da poco inaugurato un contratto triennale ed è quindi probabile che al GP d’Australia sarà al fianco di Alonso e del quasi debuttante Vandoorne. 


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