Il promoter di Austin: Liberty dovrebbe comprare circuiti

Il promoter di Austin: Liberty dovrebbe comprare circuiti© sutton-images.com
E' Bobby Epstein, promoter del GP degli USA a suggerire a Liberty Media l'ingresso nella proprietà dei circuiti per partecipare ai ricavi generati dall'organizzazione di un GP

Fabiano Polimeni

30.03.2017 08:50

Il passato recente (e l'attualità) vivono su contratti faraonici, sottoscritti con organizzatori di gran premi in posti spesso improbabili, quantomeno dalla nulla cultura motoristica. Lo stile Ecclestone è criticabile quanto si vuole ma ha generato profitti, a beneficio anche delle scuderie. Dalla nuova proprietà sappiamo poterci attendere un approccio diverso, dalla revisione delle sedi destinate a ospitare la Formula 1 alla necessità di creare un prodotto di valore, ancor prima di venderlo a cifre di  svariate decine di milioni di dollari. 

Austin, ad esempio, stacca un assegno da oltre 30 milioni l'anno per organizzare il Gran Premio degli USA. E in occasione dell'apertura della vendita dei biglietti per l'edizione che si correrà il prossimo 22 ottobre, il promoter Bobby Epstein ha lanciato un'idea che cambierebbe radicalmente la prospettiva dalla quale si è osservato il rapporto Formula 1-organizzatori: Liberty Media dovrebbe valutare l'idea di possedere alcuni tracciati.

La premessa d'obbligo che va fatta deve ricordare le difficoltà della quasi totalità degli organizzatori a guadagnare da un gran premio di Formula 1 con la sola vendita dei biglietti. L'ultimo caso è quello di Silverstone, fino allo scorso gennaio a interrogarsi se avesse senso continuare a organizzare il Gran Premio di Gran Bretagna, dai costi sempre crescenti di anno in anno e ai quali non riesce a far fronte nonostante il pienone di pubblico. Silverstone che ha cercato anche una nuova proprietà disposta a subentrare al BRDC (British Racing Drivers Club), salvo poi cambiare strategia.

«Credo abbia assolutamente senso per Liberty essere proprietari di alcuni circuiti. Dovrebbe far parte di qualsiasi strategia di lungo periodo. Possedere alcuni circuiti è qualcosa di logico ed è supportata da motivi di businessTutti i tracciati sono in difficoltà nell'attuale sistema. Se Liberty lo cambierà e aiuterà le piste a sopravvivere, non gli converrebbe essere i proprietari piuttosto che dare delle concessioni per organizzare i GP?», ha commentato Epstein alla Reuter. 

Il Circuit of the Americas riceve un'ampia fetta della cifra necessaria per pagare il contratto sottoscritto con Ecclestone dal governo locale e l'organizzazione della gara nel 2016 è stata in dubbio proprio per le diverse condizioni di sovvenzionamento avanzate dal governo locale. Essere proprietari di una pista non necessariamente deve leggersi come una proprietà totale, potrebbe essere anche una partecipazione ed Epstein si è detto disponibile discutere di un eventuale acquisto della pista di Austin. 

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«Stanno rinunciando a dei profitti dal non essere proprietari? Se i circuiti faranno soldi da una gara di Formula 1, allora la Formula 1 stessa potrebbe avere quello stesso profitto», ha aggiunto il promoter. Nella visione della futura Formula 1 secondo Liberty Media c'è la necessità di creare degli eventi di ampia portata in concomitanza di ogni gran premio, non limitare esclusivamente ai tre giorni di gara l'"esperienza" per il pubblico. Va da sé che per rendere vantaggioso lo schema proposto da Epstein, l'investimento su un circuito non può limitarsi a sperare in profitti derivanti esclusivamente dalla vendita dei tagliandi.

Sean Bratches, braccio destro di Chase Carey e responsabile degli aspetti commerciali di Formula One Group, ha replicato alla possibilità di un acquisto di alcuni circuiti limitandosi a dire: «Ci sono diversi modelli che sarà possibile seguire».

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