Formula 1, Hulkenberg: "Montecarlo pista lenta ma intensissima"

Formula 1, Hulkenberg: "Montecarlo pista lenta ma intensissima"
E' reduce dal sesto posto di Barcellona, dove non ha brillato particolarmente in qualifica. Ritrovare lo smalto al sabato sarà fondamentale per proseguire il buon curriculum di arrivi a punti nel GP di Monaco

Fabiano Polimeni

23.05.2017 09:37

Meglio in gara che in qualifica, in Spagna, Nico Hulkenberg. Dovesse ritrovare lo smalto buono visto nelle qualifiche precedenti, Renault potrebbe ambire a posizioni interessanti nella top ten a Montecarlo. L'interprete si cala al meglio nella parte nel Principato, sesto lo scorso anno su Force India, quinto nel 2014. E' reduce dal sesto posto al Montmelo e proseguire la sequenza di arrivi a punti iniziata in Bahrain darebbe buona costanza a un team al quale è mancato finora l'apporto di Jolyon Palmer. 

«La pista dovrebbe esserci favorevole, soprattutto con le gomme supersoft e ultrasoft. Non vedo l'ora di correre domenica e chiaramente punto a ottenere un buon risultato. L'anno scorso andai piuttosto bene e con le nuove macchine la sensazione di velocità sarà ancora maggiore», commenta Hulkenberg. 

«Non è tra le piste più impegnative dal punto di vista fisico, però devi essere molto concentrato e preciso. Non ci sono elevate forze G, è una pista lenta ma intensissima, per cui l'attenzione è essenziale. Un errore ti manda a muro e finisci la corsa, per il pilota è tutto incentrato sulla fiducia, amo correre a Monaco»

La danza tra marciapiedi e guard-rail va affinata dal giovedì ed espressa al meglio in qualifica, traffico permettendo: «Il tempo può essere problematico da trovare, negli ultimi anni però mi sono comportato bene e speriamo di staccare un'altra prestazione importante»

Per riuscirci servirà una monoposto in grado di offrire un elevato grip meccanico, che passa sì dalle gomme ma ancor prima dal lavoro delle sospensioni e dall'efficacia che sapranno garantire con altezze da terra maggiori del solito. Importante la stabilità in frenata, nelle due decelerazioni principali a Sainte Devote e dopo il tunnel, minore incidenza del solito, invece, sul fronte power unit: «A Monaco serve un'erogazione della potenza costante, senza troppe strategie di recupero d'energia sul giro. E' una pista unica e alcuni aspetti ai quali prestare attenzione su una pista tradizionale non sono così rilevanti. Il recupero d'energia avviene facilmente, non utilizzando il pilota a lungo il gas completamente aperto. 

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Storicamente - prosegue Remi Taffin - avremmo indicato Monaco come una pista dura sul motore per le sconnessioni e gli alti giri tenuti a lungo dal pilota. Abbiamo risolto tutti questi problemi, con l'ultima generazione di motori dal minor regime di rotazione e una curva di coppia diversa non sono più settori critici come in passato».

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