Formula 1 Ungheria, analisi venerdì: prove libere in altalena 

Formula 1 Ungheria, analisi venerdì: prove libere in altalena © sutton-images.com

Tra novità tecniche e difficoltà di sfruttamento delle gomme, la prima giornata a Budapest ha mostrato poco, se non la forma di Ricciardo e RB13

Maurizio Voltini

28.07.2017 17:16

Le prove del venerdì vanno sempre prese con le pinze, lo sappiamo, ma se ogni tanto offrono un risultato meno scontato del solito, fa pure piacere. Soprattutto quando, come in questo caso, al vertice di entrambe le sessioni troviamo "Mister Sorriso", alias "Honey Badger", alias Daniel Ricciardo. L'australiano ha interpretato molto bene la situazione della pista, oggi piuttosto difficile da "tradurre", sfruttando così al 100% la sua RB13 facendo segnare solo 31 millesimi di scarto tra i tempi ottenuti nelle due sessioni. La Red Bull ha fatto valere un'ottima efficienza aerodinamica, che qui offre un certo vantaggio sia per la tortuosità del tracciato, sia per lo sfruttamento dei pneumatici. Vantaggio che Max Verstappen non è riuscito a cogliere, pur se dovrebbe trattarsi di una situazione solo momentanea (ma da risolvere) per lui. 

Del resto un po' tutti, anche tra i top team, hanno avuto prestazioni altalenanti. Se queste prove dessero punti, il più efficace sarebbe del resto Kimi Raikkonen (2° + 4° nonostante un problema all'acceleratore) contro Sebastian Vettel (6° + 2°) e il due Mercedes che si inverte di posizione tra il 3° e il 5° posto nei due turni. Va detto che il team anglo-tedesco si è concentrato più nei long run, ma il sincero stupore di Lewis Hamilton quando al termine della sua simulazione di qualifica ha visto come gli altri erano stati più veloci, fa capire che la W08 non è ancora in piena efficienza e ci sia da lavorare. È dunque lecito aspettarsi molto, come cambiamenti o miglioramenti, nella terza sessione del sabato mattina. Da parte di tutti.

Non è stato facile capire il comportamento dei pneumatici Pirelli in questa occasione, e così è più facile comprendere certe reazioni poco bilanciate messe in mostra da varie monoposto. Chi ne ha fatte più le spese è parsa la Haas, con vari problemi per Romain Grosjean e anche per Antonio Giovinazzi, mandato contro le barriere di curva 11 al mattino per una reazione improvvisa del retrotreno ancora da chiarire. Peraltro anche Pascal Wehrlein è andato a picchiare nello stesso punto al pomeriggio, come ha fatto pure Jolyon Palmer ma all'ultima curva nonché Grosjean alla 9: stesso problema comune a molti (per esempio Felipe Massa autore di un numero inconsueto ed esagerato di testacoda) vale a dire una forte instabilità del retrotreno in ingresso curva. Ovviamente le squadre faranno del loro meglio per risolverlo, per domani.

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Fra i team inseguitori, chi si è meglio comportato è stato quello McLaren e anche Renault: Nico Hulkenberg è stato anche stavolta il più veloce degli "altri", ma sappiamo come lo esaltino le condizioni difficili. Più "di squadra" il riscontro offerto da Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne con la McLaren-Honda: come per la Red Bull, anche per loro le doti telaistiche si sposano bene con l'Hungaroring. Incoraggiante che la Toro Rosso sia "lì" con Carlos Sainz 9° e Daniil Kvyat 13°, a giocarsela con la Force India che ancora una volta vede ravvicinatissimi i suoi due alfieri: Esteban Ocon 11° e Sergio Perez 12° separati da 14 centesimi.

In ogni caso, ripetiamo, la situazione sarà soggetta a notevoli evoluzioni non appena gli ingegneri capiranno di più come sfruttare il "pacchetto" a loro disposizione, al di là delle complicanze che possono aver causato le molte novità portate in questa gara. Anche perché non crediamo sia normale vedere Lance Stroll davanti a Felipe Massa, per quanto il brasiliano sia risultato più lento in FP2 che in FP1. Dunque attendiamo con curiosità di vedere quali saranno i riscontri dell'ultima ora di prove libere, quella in programma alle ore 11, per capire se anche le qualifiche potranno riservarci delle sorprese.

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