F1 Belgio, analisi gara: Hamilton controlla tutto e tutti

F1 Belgio, analisi gara: Hamilton controlla tutto e tutti© sutton-images.com

Gara irreprensibile dell'inglese con Vettel incollato come un'ombra. Mentre Bottas si fa sorprendere da Ricciardo e dal penalizzato Raikkonen

Maurizio Voltini

27.08.2017 ( Aggiornata il 27.08.2017 18:00 )

Quella di Spa è stata una gara condotta sulla resistenza dei nervi: Sebastian Vettel ha seguito come un'ombra Lewis Hamilton aspettando un errore che non c'è stato. L'unica occasione è stata quella del restart dopo la safety car conseguente ai pezzi persi in pista dalle Force India: lì entrambi i piloti al vertice del mondiale hanno dato il loro meglio. Avendo montato gomme soft (le più dure) al pit-stop sotto SC, contro le ultrasoft di Vettel, Hamilton sapeva di poter avere problemi nel riportarle in temperatura. Ha provato a sorprendere il ferrarista al momento di riaccelerare, ma Seb è riuscito a stare in scia, forse anche troppo: «Non volevo farmi staccare, ma invece gli sono stato troppo sotto», ha infatti detto poi. Questo gli ha fatto perdere un po' di slancio all'Eau Rouge, così anche se è riuscito ad affiancarsi a sinistra nel rettilineo di Kemmel, ciò non è stato sufficiente per poter portare un vero attacco a Les Combes (anche perché la W08 ha recuperato in velocità massima).

La gara è stata divisa in due fasi dalla safety car: nella prima Hamilton ha badato a controllare Vettel senza sforzare troppo le gomme, con il tedesco che cercava di stare appena fuori dalla scia per non risentire delle turbolenze. Una fase di "studio", potremmo quasi dire, in funzione della gestione generale. Poi sotto safety car la Mercedes ha montato gomme soft contro le ultrasoft delle Ferrari, e a quel punto mancavano 11 giri per cui entrambi i piloti in gioco per la vittoria hanno dato il massimo. Hamilton ha sfruttato al meglio macchina e gomme (la Mercedes ha dimostrato una volta di più di non soffrire oltremodo il passaggio alle soft), mentre Vettel è stato sì veloce (ha ottenuto il Giro più Veloce in gara) ma non abbastanza per poter davvero attaccare.

Insomma, alla fin fine sia la Mercedes che Hamilton si sono dimostrati leggermente superiori, e quindi per Vettel e Ferrari può andar bene il fatto di aver minimizzato la perdita di punti. L'unico momento in cui Lewis ha perso la freddezza è stato proprio con l'ingresso della safety car, definito "ridicolo" quando si è lamentato più volte sia per il fatto di non averne capito il motivo (evidentemente non aveva visto i pezzi di Force India sulla pista) sia perché andava troppo piano e gli faceva raffreddare le gomme. Ma è stato l'unico momento di "sbandamento" dell'inglese e peraltro del tutto ininfluente.

Al contrario, Valtteri Bottas paga oltremodo proprio la sua distrazione al restart: tranquillamente terzo, non riesce però a contrastare Daniel Ricciardo e Kimi Raikkonen nel rettilineo di Kemmel, pur favoriti dalla situazione gomme. Grandissimo invece l'australiano, nello sfruttare ancora una volta al massimo tutte le situazioni che la gara gli ha offerto: c'è davvero poco da commentare a una simile incredibile consistenza che gli merita il 3° posto finale. Come del resto è difficile commentare l'ennesima gara "sfortunata" (in realtà ormai il termine non è più nemmeno adeguato) per Max Verstappen, abbandonato dal motore mentre era solido 5° e, per come si è evoluta la gara, avrebbe potuto forse prendere lui la posizione sul podio. Una situazione ormai ancor più imbarazzante pure di quella di Fernando Alonso, pure lui ritirato per problemi motoristici (gli altri che non hanno visto la bandiera a scacchi sono Sergio Perez e Pascal Wehrlein).

Tra i piloti "poco fortunati" seppure 4° al traguardo, possiamo mettere anche Kimi Raikkonen: sempre velocissimo a Spa, paga l'errore in qualifica e l'ingenuità con le bandiere gialle dovute allo stop di Verstappen. 10 secondi di stop&go e 3 punti sulla licenza sono abbastanza esagerati rispetto all'infrazione, ma del resto è la stessa pena comminata ieri a Felipe Massa per identico errore: non aver alzato il piede. Se non altro non l'ha alzato nemmeno quando si è trovato primo spettatore della lotta al restart tra Bottas e Ricciardo, riuscendo a togliere la posizione al connazionale con un bel sorpasso.

Abbiamo parlato più volte della safety car conseguente al contatto tra Sergio Perez ed Esteban Ocon: in merito, crediamo sia il caso che la Force India e/o i commissari di gara (dei quali stride la differenza di interpretazione dei vari episodi) diano una bella calmata ai due. Parliamo beninteso di due piloti superlativi, ma proprio per questo è inaccettabile come si danneggino continuamente a vicenda e pure in modo un po' gratuito e piuttosto pericoloso. In varie occasioni hanno condizionato la gara di Spa: anche al via, quando Perez ha sbagliato mappatura trovandosi con poca potenza dopo la Source e facendo così da tappo al gruppo. Trovandosi con Hulkenberg a sinistra, schiaccia contro il muro Ocon alla sua sinistra: in questo caso ci sta un po' di fortuità e l'ha ammessa anche Esteban (che ha proseguito nonostante la botta) pur se Sergio si è dato la colpa. In questo caso Alonso è stato quello più abile a sfruttare il caos, salendo 7°, anche se non è servito a molto nel prosieguo.

Poi al 29° giro l'altro "fattaccio", quando Ocon esce meglio dalla Source ma Perez lo stringe contro il muretto a sinistra, con contatto che rovina l'ala al francese e buca la gomma al messicano. Sarà anche vero che Esteban avrebbe potuto superare anche nel rettilineo successivo (è la giustificazione di Sergio) ma questo non giustifica una manovra piuttosto gratuita e inutile. Che fa quasi il paio speculare con quella a ruoli invertiti di Baku, dove era stato Perez a subire una deviazione inutile e distruttiva da parte di Ocon. Che riesce a terminare 9° dopo aver sostituito l'ala, mentre Sergio (del quale va ricordato uno spettacolare doppio sorpasso a Grosjean e Kvyat) sarà costretto al ritiro più avanti per le conseguenze dei danni alla macchina.

La successiva safety car non compromette la bella gara di Nico Hulkenberg, 6° e quindi primo fra i team "normali", mentre aiuta Felipe Massa a salire 8° alle spalle di Romain Grosjean: gara più positiva rispetto alle prove per Williams (completata dall'11° di Lance Stroll) e Haas (pur con qualche noia a Kevin Magnussen), ma anche per Toro Rosso, pur se la tattica adottata con Carlos Sainz ultimo ad effettuare il primo cambio gomme non ha pagato più di 1 solo punto raccolto col 10° posto, mentre Daniil Kvyat è arrivato 12° in scia al canadese. Solo 13° invece Jolyon Palmer, ma in varie occasioni ha dimostrato che avrebbe potuto fare ben di più se non fosse stato doppiamente penalizzato dai problemi alla trasmissione delle qualifiche (senza tempo in Q3 e poi arretrato per la sostituzione). È un peccato, anche perché alla fine la mancanza di risultati sarà addebitata al pilota…

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