Button: Hamilton il più veloce, Alonso il più completo

Button: Hamilton il più veloce, Alonso il più completo© sutton-images.com

Guarda alla Formula 1 da ex, Jenson Button. Lo fa con l'autobiografia Life to the Limit, dove racconta il rapporto in McLaren con Hamilton, quanto sia maturato e come Alonso sia più difficile da battere

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F.P.

16.10.2017 13:15

Un'autobiografia per rispolverare ricordi di una carriera che lo ha visto campione del mondo, pilota dall'ottima lettura di gara e gentleman diversissimo da tanti altri personaggi. Jenson Button uscirà con  Life to the Limit il 19 ottobre, pagine dalle quali commenta il rapporto con Lewis Hamilton, la crescita di Lewis rispetto agli anni in McLaren, la forza di Alonso, la Formula 1 che non gli manca affatto e un dato al quale tiene particolarmente: aver ottenuto più punti di Hamilton nel triennio 2010-2012. 

«Ho ancora un'opzione per correre il prossimo anno, ma ho fatto il mio tempo in Formula 1. Ho viaggiato per 17 anni e per me è abbastanza. L'amore per le corse resta, ma quello per la Formula 1 manca. Mi sono stati offerti dei sedili ma non sono interessato, sebbene correrò ancora in futuro altrove», dice Button al The Sunday Times.

Un mondiale con la Brawn GP nel 2009 lo ritiene sufficiente, «più guardo indietro alla mia carriera e più realizzo che non l'ho sentita allo stesso modo direi di Sebastian e Lewis, ad esempio. Non ho sentito il bisogno di vincere un titolo dopo l'altro. Sono arrivato in Formula 1, sono diventato campione del mondo e quella fame che avevo è stata soddisfatta». Da campione del mondo arrivò in una McLaren sulla quale nutriva dubbi per l'ambiente che avrebbe trovato. Con Hamilton mai veri problemi ma non c'è stato nemmeno il feeling che si potrebbe credere: «Mi dispiace che nonostante le similitudini non siamo mai stati amici. Siamo usciti un po' ma c'erano anche tanti silenzi imbarazzanti. Lewis è maturato, è diventato una specie di statista e un gran rapresentante dello sport. Tra tutti i piloti in griglia, lui è quello che ha davvero il dono, è uno dei grandi. 

Personalmente il rapporto era buono, non ci sono mai stati problemi, ma direi che era un po' innervosito. Sulla storia che la McLaren era il suo team? Se chiedete a me, ha trovato difficile dover gestire il fatto che era diventato il nostro team. Quando arrivai ero preoccupato che potesse mancare l'ambiente, è stato positivo il fatto che siamo riusciti a sollevare un po' il morale, aggiungere un po' delle necessaria leggerezza. Ma non sono convinto che piacesse a Lewis, non credo che io gli piacessi, se dovessi essere sincero». 

E rispolvera l'episodio del Gran Premio di Turchia del 2010: «Stavamo ottenendo la doppietta e, con la leadership a giocarsi tra di noi mi sono avvicinato fino a 1". Quel che non sapevo era che gli era stato chiesto di risparmiare benzina e mentre mi avvicinavo ha chiesto al suo team "Jenson si avvicina. Se rallento, mi passerà o no?". "No, Lewis, no", gli dissero.

Ma, ovviamente, non sapevo nulla di tutto ciò e lo superai. Quella cosa lo mando su tutte el furie, si rifece sotto, mi affiancò tra curva 13 e 14 e all'arrivo con c'era nemmeno la distanza di una carta di credito tra le nostre macchine. Sul podio (vittoria di Hamilton, Button secondo; ndr) ci fu quello che i media definirono un linguaggio del corpo glaciale. Venne dritto da me e mi disse: "Mi hai passato senza rispettare gli ordini di squadra?". Aveva vinto. Gesù. Gli dissi di no, che non mi era mai stato detto di non passarlo. Quella cosa gli fece pensare che il team prendesse le mie parti contro di lui, sebbene non abbia mai spiegato perché avrebbero dovuto farlo».

Altro episodio polemico ripreso da Jenson, la pubblicazione della telemetria dopo le qualifiche a Spa nel 2012, per giustificare i 4 decimi presi da Button, con una nuova ala posteriore. «Siamo stati dipinti come dei rivali che scherzavano. La rivalità era reale, ma non c'erano tutte queste battute. Come persone avevamo molto in comune, c'era la storia condivisa sui kart, per non dire che fatto che suo padre era cliente di mio padre (John Button era titolare di un autosalone e officina, oltre ad aver corso nei rally cross; ndr). E, diversamente da tanti piloti di Formula 1, nessuno di noi due arrivava da condizioni economiche particolarmente agiate; abbiamo ottenuto quel che abbiamo ottenuto grazie al talento». 

In rare occasioni ha sfigurato nel confronto con i grandissimi piloti accanto ai quali ha corso. Hamilton prima, Alonso poi. Nel triennio 2010-2012, in termini meramente numerici, ha ottenuto 15 punti in più, sebbene Hamilton abbia concluso di 26 punti davanti in classifica nel 2010, di 2 nel 2012 e abbia accusato 43 punti di ritardo nel 2011. «Ho ottenuto più punti e alla fine è tutto su quello, la Formula 1. Se guardi a Senna e Prost, Senna era il pilota più veloce ma Alain era "Il Professore". Sapeva come arrivare a fine della stagione con il maggior numero di punti, evitava sempre l'incidente, sapeva che gli avrebbe fatto perdere tantissimi punti, diversamente da Ayrton, che era il pilota estremamente veloce ma che avrebbe spinto troppo oltre il limite. Quindi, sì, in Formula 1 non ruota tutto solo sulla velocità assoluta, è una questione di arrivare da A a B il più rapidamente possibile, non solo un giro»

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Inevitabile il confronto tra Hamilton e Alonso. «Direi che negli anni Fernando è stato uno dei, se non il più difficile avversario che abbia incontrato. Sia come compagno che come rivale in un'altra squadra. Lewis era incredibilmente veloce e poteva tirare un giro veloce dalla tasca, lui e Senna sono stati i piloti più veloci di sempre sul giro singolo, probabilmente. Ma Fernando era un pilota più completo, sapevo che se anche l'avessi battuto in qualifica, sarebbe stato difficile batterlo in gara. E' una bella persona all'esterno, davvero affabile e alla mano, ma sotto è un avversario molto, molto duro, che farebbe di tutto per batterti»

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