Formula 1 USA, Austin può tornare decisiva: i numeri e le storie

Formula 1 USA, Austin può tornare decisiva: i numeri e le storie© sutton-images.com
Due anni fa assegnò il titolo a Hamilton, che vinse davanti a Rosberg. Lewis punta a diventare il pilota con più successi nel Gran Premio degli USA

Fabiano Polimeni

18.10.2017 12:39

Può diventare decisiva per la seconda volta nella sua breve storia, Austin. Decisiva per l'assegnazione del titolo Piloti, come già avvenne nel 2015. Hamilton e Rosberg allora in lotta, Nico in testa alla gara ma un errore nelle battute finali offrì su un piatto d'argento il Gran Premio degli Stati Uniti e il campionato a Lewis. Da ricordare, tutto il disappunto di Nico sul podio e il cappellino lanciato a Hamilton prima della cerimonia. 

Dovesse vincere domenica, Lewis passerebbe in testa alla speciale classifica dei piloti più vittoriosi nel Gran Premio degli USA, andrebbe a quota 6 affermazioni e proseguirebbe la striscia che lo vede dominare a Austin ininterrottamente dal 2014.

Altro successo nel 2012, con la tuta McLaren addosso, prima ancora ha apposto la propria firma a Indianapolis, correva l'anno 2007 e sul catino dell'Indiana la Formula 1 mandò in scena il capitolo conclusivo di una storia che annovera l'onta del 2005, quando a prendere il via furono solo 6 monoposto, le tre scuderie gommate Bridgestone - Ferrari, Jordan e Minardi - per il ritiro volontario di  Michelin dei piloti gommati dal Bibendum, a seguito dei dubbi sulla tenuta sul banking prima del traguardo. Affidabilità a rischio, compromessa del tutto la fiducia del pubblico, rimborsato del prezzo del biglietto.

Il Circuit of the Americas ha avuto il merito di riportare la Formula 1 negli States e con un buon successo di pubblico e una formula spettacolo che ha sempre accostato grandi eventi extra-sportivi al week end di gara. Successo di presenze nonostante un'edizione flagellata dal maltempo, l'uragano Patricia nel 2015, che condizionò i risultati commerciali e, di riflesso, i finanziamenti erogati dallo Stato del Texas sull'organizzazione del gran premio nel 2016, tanto da metterne a repentaglio la permanenza in calendario. 

Quel 2015 vide l'annullamento delle prove libere 2 per l'impossibilità dell'elicottero di alzarsi in volo, il rinvio delle qualifiche causa pioggi alla domenica mattina e lo svolgimento di sole due eliminatorie, con la griglia di partenza definita dai tempi della Q2, ancora per la pioggia a rendere impraticabile la pista. 

Austin che ha tenuto a battesimo la Virtual Safety Car, discutibilissimo sistema di neutralizzazione della gara senza ricorrere alla Safety Car. Nel 2014, dopo le prove libere, i piloti ebbero un primo assaggio del sistema poi introdotto nel 2015. 

Da ricordare l'edizione 2012, debutto del Gran Premio degli USA in Texas. L'asfalto fresco di posa faticava a offrire aderenza, figurarsi fuori traiettoria. E in qualifica Fernando Alonso - in lotta con Vettel per il titolo -, si qualificò solo nono, avanzato ottavo per l'arretramento di Grosjean (ottimo quarto); Fernando si trovava alle spalle di Felipe Massa e la Ferrari decise di incorrere in una penalizzazione strategica. Ruppe i sigilli sul cambio della monoposto del pilota brasiliano e subì l'arretramento di 5 posizioni in griglia; a beneficiarne fu Alonso, che avanzò in settima posizione e, soprattutto, guadagnò il via sul lato pulito della pista. In gara chiuse terzo, dietro Hamilton e Vettel. 

Vettel e Hamilton sono gli unici due ad aver vinto sul Circuit of the Americas, finora mai troppo favorevole alla Ferrari, che vanta due terzi posti: il 2012 appena ricordato e nel 2015 con il pilota tedesco. 

Tra i numeri da appuntare, un tempo: 1'34"999. E' il giro più veloce staccato a Austin, prestazione del 2016, prodotta da Lewis Hamilton. E sarà prevedibilmente riscritto tra venerdì e sabato. 

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Flash dal passato, dal Gran Premio degli Stati Uniti corso altrove. Non solo Indianapolis, già vista, già detto. C'era il tempo in cui la 500 Miglia faceva parte del campionato di Formula 1, agli albori del mondiale, snobbata dai piloti. Austin a parte, altre 8 sedi hanno ospitato una gara del campionato, non sempre con la denominazione di GP degli USA. Si è corso a Sebring nel 1959, poi la lunga parentesi di Watkins Glen dal '61 al '75. Negli anni Ottanta, singola uscita a Dallas nel 1984, poi Detroit per quattro edizioni e Phoenix per tre, prima del ritorno nel 2000 sul circuito di Indianapolis specifico per la Formula 1 e 10 anni fa debuttava Sebastian Vettel, in BMW-Sauber, al posto dell'infortunato Robert Kubica, reduce dal drammatico incidente di Montreal. 


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