Formula 1, si torna a parlare di un secondo GP negli Stati Uniti

Formula 1, si torna a parlare di un secondo GP negli Stati Uniti© sutton-images.com

Continuano le trattative per una seconda gara negli Stati Uniti e in Cina. Il boss della F1, Chase Carey, punta ad accordi che non abbandonino i promoter dopo la firma del contratto

Fabiano Polimeni

19.10.2017 09:58

Arriva quasi come una risposta indiretta alle recenti critiche di Bernie Ecclestone, il pensiero di Chase Carey. La Formula 1 fa tappa a Austin, gran premio di casa per Liberty Media e inevitabilmente si torna a parlare dei piani futuri dello sport negli Stati Uniti. Quando si concretizzerà una seconda gara, anzitutto. Punto sul quale Ecclestone ha voluto sottolineare la diversità tra visioni programmatiche e concreta applicazione di un piano una volta al comando. 

Il potenziale di crescita c'è ma va sfruttato correttamente, secondo il timoniere di Liberty Media. «Gli Stati Uniti non saranno per noi una guida del business nei prossimi due o tre anni, per noi sarà più un'opportunità su un termine di 5 o più anni, al pari di come lo sarà in Cina. Dovremo arrivarci con la forza giusta per la permanenza. Poi dovrà esserci la capacità di aiutare i partner locali a far crescere lo sport. In passato abbiamo avuto un'impostazione di pensiero rivolta a firmare il contratto e lasciarlo gestire agli organizzatori, credo dovremo prenderci maggior cura della salute dello sport, della sua crescita e impegnarci», spiega intervistato da Espn. 

Parla di uno sviluppo in prospettiva, del potenziale di una maggior presenza della Formula 1 negli USA, finora confinata al Circuit of the Americas. Sotto il Regno Ecclestone si è più volte chiacchierato di una gara a New York, progetto mai finalizzato. Carey, agli annunci sostituisce la politica dei piccoli passi: «Una seconda gara negli Stati Uniti è qualcosa ancora in via di definizione. Siamo più impegnati di quanto non lo fossimo 6 mesi fa ma resta ancora un lavoro in corso. Questi sono grandi eventi da mettere insieme, complessi e quando ti rapporti con grandi città ci sono le relative criticità. Non firmeremo un accordo domani, siamo però in una fase un po' più avanzata di quanto non lo fossimo sei mesi fa. Se mettiamo insieme città come Miami, New York o Las Vegas, ci sono cose diverse che le rendono speciali e per definizione già catturano l'immaginazione globale, si tratterà di capire come costruire un evento su tutto ciò».

Se, a dire di Bernie Ecclestone, la Formula 1 di Liberty Media finora non ha apportato nulla di diverso rispetto alla sua gestione, Chase Carey rivendica le attività compiute, perlopiù sul fronte della diffusione dell'immagine dello sport, sul piano digitale. «Abbiamo iniziato, fare di più sul fronte digitale è un inizio. Uno dei nuclei più promettenti che si possano avere è verificare come all'incrementare dell'impegno nel mondo digitale, il livello di coinvolgimento che abbiamo negli USA e molto incoraggiante. Segnala che c'è un interesse al quale attingere. Aggiungere un evento in città come New York, Miami o Las Vegas alza il profilo e aiuta a coinvolgere le persone. Fare di più online, così da avvicinare le persone allo sport in ogni modo possibile, eventi live su qualsiasi piattaforma. Non abbiamo sviluppato appieno tutte le opportunità che abbiamo per far connettere i tifosi e renderli più interessati e appassionati della Formula 1».

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