Toro Rosso: Honda prova nuove idee, gomme "elemento Key"

Toro Rosso: Honda prova nuove idee, gomme "elemento Key"© sutton-images.com

Il direttore tecnico James Key assicura come il team abbia un quadro migliore del comportamento della monoposto e la sfida sia quella di far funzionare correttamente le Pirelli

Fabiano Polimeni

18.05.2018 08:42

Con 172 giri all'attivo non è stato il team più attivo nella due giorni di test a Barcellona, rallentato dalla necessità di sostituire la power unit per evitare danni da un problema legato al telaio, martedì, e da lunghi interventi sullo sterzo il giorno seguente. Chilometri comunque utili per sperimentare diverse strategie di utilizzo della power unit Honda, in casa Toro Rosso. Dopo l'incidente di Hartley nelle libere 3 in Spagna, già a quota 3 turbo e MGU-H impiegati, a un passo dalla penalizzazione.

 

L'introduzione di una specifica evoluta viene data in arrivo per il Gran Premio del Canada, vorrebbe dire automaticamente incorrere nell'arretramento in griglia con Hartley, sviluppo al quale non ha nascosto di guardare con interesse anche Christian Horner: Montreal per misurare i progressi degli sviluppi Renault e Honda, petali di una margherita che Red Bull sta sfogliando in ottica 2019.

«Il programma dei due giorni di test era incentrato sulla valutazione di nuove idee legate alla power unit. Si è trattato della prima occasione da quando siamo stati a Barcellona l'ultima volta, a marzo, per poter testare soluzioni senza la pressione di un week end di gara e in quanto tali sono state giornate utili. Abbiamo lavorato prevalentemente sui temi della gestione delll'energia, valutando come bilanciare al meglio la potenza tra i vari componenti. Adesso applicheremo le lezioni apprese nelle prossime gare», ha commentato il vice direttore tecnico di Honda Racing F1, Masamitsu Motohashi dopo i pur pochi giri effettuati con Gelael e Gasly.

Non solo power unit da sviluppare, ma una STR13 da far crescere e imparare a sfruttare un potenziale tecnico che, James Key – papà del progetto nato a Faenza – è convinto abbia solo bisogno di essere concretizzato. La prestazione ottenuta in Bahrain è rimasto un caso isolato, finora. «Ci sono tanti fattori coinvolti, dalle temperature ambientali, alle gomme, il vento, con i quali i piloti devono fare i conti. Non scendo nei particolari, ma adesso abbiamo una miglior comprensione di quel che funziona e quali aspetti dobbiamo migliorare», riporta Speedweek.

«Far funzionare le gomme è particolarmente difficile, riguarda tutti. Se le Pirelli sono nella finestra operativa ottimale, allora tutto va quasi da sé. Il nostro compito è quello di assicurare che i piloti possano sempre tenere le loro gomme nel range migliore possibile, le differenze sono davvero enormi. Il potenziale per delle buone performance è lì, dobbiamo solo svilupparlo con regolarità».

 


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