Formula 1 Silverstone: Hamilton, da sogni di gloria a danni da limitare

Formula 1 Silverstone: Hamilton, da sogni di gloria a danni da limitare© sutton-images.com
Lewis sbaglia in partenza e apre la porta all'attacco di Raikkonen che condizionerà tutto il Gran Premio di Gran Bretagna. La gara di casa che avrebbe dovuto rilanciarlo si trasforma in una rimonta con podio e pochi lati positivi

Fabiano Polimeni

08.07.2018 20:05

Per diventare il più grande tra tutti a Silverstone avrà ancora tempo. Lewis Hamilton manca il sesto successo in casa, manca soprattutto la partenza perfetta, condizione necessaria per impostare una gara di testa, fare il ritmo e fronteggiare la minaccia Ferrari. C’è, però, anche qualche aspetto positivo da portare via, sforzandosi. Dallo strepitoso giro di qualifica - 3 decimi rifilati all’altra Mercedes - fino al bel recupero dal fondo del gruppo, dov’è finito dopo curva 3 e il contatto con Kimi Raikkonen. Merito anche di una gran Mercedes, chiaro.

E il dato più interessante per analizzare la velocità di Hamilton in gara emerge nel frangente di corsa con pista libera avuto da Lewis nel primo stint e il progressivo diminuire del vantaggio di Sebastian Vettel, passato dai 27 secondi del giro 11 ai 20 secondi del giro 21, pit del leader della corsa. Entrambi costretti a spingere sin dal via, Seb con un ritmo forsennato nei primi 10 giri, Lewis a nel traffico, spingere e sfruttare le gomme per recuperare.

“Questa è la gara più grandiosa dell’anno, mi dispiace non aver potuto regalarvi una vittoria. Mi avete aiutato in questa giornata difficile, ho continuato a spingere, non ho mollato e non mollerò mai. Anche dopo il primo giro pensavo fosse possibile vincere. Ero ultimo ma credevo comunque di poter vincere, dovevo mantenere quella mentalità. Il team ha fatto un lavoro fantastico questo week end, abbiamo avuto tanta pressione”, commenta.

Piace la lotta, la rincorsa senza mai mollare. Molto meno l’atteggiamento subito dopo l’arrivo, il disertare la celebrazione prima del podio. Il confronto per il titolo 2018 non è solo un confronto di tempi e prestazioni, è fatto di gestualità, palese, come quella del Paul Ricard, Lewis e Verstappen a guardare il patatrac di Vettel, Hamilton a sottolineare come la partenza fossero i “400 metri da fare alla perfezione e io ci sono riuscito”. L’altro, Vettel, no. Sbaglia i primissimi metri al via a Silverstone, Lewis pattina dalla pole e indirettamente crea la condizione decisiva per la sua gara: Raikkonen a centrarlo in curva 3.

L’errore peggiore da compiere è creare la convinzione che la manovra di Kimi sia stata deliberata. Sul podio Lewis dice: “Direi che ci sono state tattiche interessanti da questa parte ma faremo quel che sarà possibile per combattere e migliorare nelle prossime gare”. In conferenza stampa, poi, è ancor più chiaro, su quale sia stato il fattore cruciale della corsa tra la pessima partenza e il contatto con Raikkonen: “Il problema è stata la Ferrari che mi ha colpito”.

Tra 11 giorni si ritorna in pista, con 8 punti appena a dividere Vettel e Hamilton, che si sforza di cercare l’aspetto positivo di una domenica a Silverstone che avrebbe dovuto, nei piani della vigilia, far dimenticare gli errori tattici e i cedimenti tecnici austriaci, rilanciare Mercedes e celebrare la festa con il primato nel mondiale: Sì, ci sono i lati positivi, concludere al secondo posto e limitare la perdita a 7 punti è una vera benedizione, devo prenderla e cercare di continuare a spingere”.


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