Formula 1: Brawn, dal prossimo anno prove di budget cap

Formula 1: Brawn, dal prossimo anno prove di budget cap© sutton-images.com
Il sistema diverrà vincolante solo dal 2021, prima due stagioni di "prove generali". L'idea è di fissare il tetto di spesa a 150 milioni di dollari
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Fabiano Polimeni

23.08.2018 09:37

Budget cap, avanti. Già dal prossimo anno, seppur con una formula che lascia tanti dubbi sulla reale effettività. Due anni di “rodaggio”, una sorta di prove libere per avvicinare il limite dei 150 milioni di dollari immaginato quale soglia alla quale dovranno uniformarsi i grandi team, oggi a impegnare budget anche doppi per una stagione al vertice della Formula 1. E’ Ross Brawn ad annunciare l’introduzione del limite di spesa, da rispettare obbligatoriamente a partire dal 2021.

Di fatto, nel 2019 e 2020 si caratterizzerà per una sorta di volontarietà, introduzione progressiva che dovrebbe, nelle intenzioni, consentire alle squadre che spendono di più, di ricalibrare le risorse (leggi: tagli) e farsi trovare pronti nel 2021. Quel che non dettaglia, Ross Brawn, è il contenuto del budget cap, i termini dell'accordo discusso con le squadre: cosa resta escluso e cosa, invece, vi rientra, quali i sistemi di controllo dei bilanci per evitare il mascheramento di alcune poste. Quali le sanzioni previste in caso di mancato rispetto.

«Dal punto di vista finanziario stiamo spingendo su iniziative di controllo dei costi. Lavorando con la FIA e confrontandoci con le squadre, stiamo avanzando bene sulle iniziative economiche, il lavoro sul sistema di limitazione dei costi procede bene. Al momento pensiamo di introdurlo in una forma leggera, con prove generali da fare nel 2019 e nel 2020, poi diverrà obbligatorio nel 2021. Direi che salvo discussioni dell’ultimo minuto è praticamente definito», ha commentato a Spa-Francorchamps.

La progressività nell’introduzione del budget cap è stata una condizione irrinunciabile, scandita chiara da Toto Wolff sin da quando si è tornato a discutere del tema, perché si potesse andare nella direzione voluta da Liberty Media. Le “prove generali” di cui parla Brawn andranno verificate all’atto pratico nella portata del taglio di spesa. «Per essere chiari, vogliamo che i grandi personaggi siano ancora i grandi nomi dello sport, non vogliamo un sistema o uno scenario privo di grandi bersagli da puntare. Al momento quei bersagli sono Ferrari, Mercedes e Red Bull. Il vuoto, però, tra questi tre team e il resto della griglia è troppo grande. In Formula 1 ci sono due leghe, vogliamo spezzare questo scenario, introdurre limiti sull’ammontare delle risorse che puoi impiegare. Farlo, coinvolge tanto una prospettiva di tipo economico che tecnico.

Al momento una squadra di vertice spende il doppio di quanto fa una di metà gruppo e se riduciamo questo gap al 10 o 20%, allora ci sarà qualche obiettivo al quale ambire per una squadra di centro gruppo. Resterà ancora l’aura intorno ai grandi, ma le squadre di metà schieramento che dovessero fare un gran lavoro saranno in grado di competere».

L’annuncio di Brawn arriva nelle ore dell’incertezza intorno alla sorti della Force India, con il processo di uscita dall'amministrazione controllata – favorevole all’investimento di Lawrence Stroll – contestato dalla cordata rivale di Uralkali, a supporto di Nikita Mazepin. Il mancato consenso da parte di un cospicuo numero di banche creditrici, per assenza dei tempi utili, ha creato una situazione nella quale il team è destinato a scendere in pista sostanzialmente come la stessa scuderia impegnata a Budapest, formalmente come nuova entità, risultato dell’offerta di Stroll sui beni e le strutture necessarie all’operatività del team.

Force India presa a esempio da Brawn per ribadire dell’imprescindibile bisogno di contenere le spese in Formula 1. «Basta guardare la situazione nella quale si trova la Force India per capire quanto si cruciale questo passo. I fardelli finanziari sulle squadre non sono sostenibili sul lungo periodo e stiamo intraprendendo azioni per mettere un limite su quanto può spendere una squadra. Speriamo che il controllo dei costi renda più sostenibile la Formula 1 per i piccoli team, che avrebbero una posizione migliore per dimostrare a sponsor e investitori che sono in grado di ottenere un podio o vincere una gara nelle giuste circostanze».


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