Formula 1: Hamilton: basta bluff, servono carte vincenti

Formula 1: Hamilton: basta bluff, servono carte vincenti© sutton-images.com 

Lewis riconosce la superiorità Ferrari, non solo in Belgio. Nella lotta al titolo non basterà più non commettere errori, serve un progresso tecnico. Trazione, curve lente e motore gli aspetti sui quali rincorrere la SF71H

Fabiano Polimeni

28.08.2018 12:18

Quasi due terzi di campionato alle spalle sono più che sufficienti per certificare la superiorità del progetto Ferrari SF71H. È nell’insieme il miglior progetto del lotto e senza alcuni passaggi a vuoto, leggi errori dei piloti – sì Sebastian Vettel ne ha commessi troppi per un pretendente al titolo -, le due classifiche iridate racconterebbero uno scenario diverso e nettamente più favorevole alla Rossa. La settimana di Monza ha il traino vincente del Gran Premio del Belgio, che ha gettato sul piatto, netta, la superiorità della power unit Ferrari 062 Evo.

Una crescita esponenziale sul versante motoristico che non è l’unica area di miglioramento: l’aerodinamica non può relegarsi a un ruolo minore e dei progressi compiuti in 12 mesi, dalle batoste belga e italiche del 2017 si è partiti per curare le lacune della SF70H, come raccontiamo in Nel Mirino.

Mercedes deve far fronte a una sfida mai così grande e difficile. La W08 era pure monoposto in grande difficoltà con le gomme in alcune gare molto calde e sui circuiti lenti, ma – oltre ai progressi durante l’anno – sapevi di ritrovarla dominatrice assoluta sulle piste veloci, da motore e sulle quali l’aerodinamica contava. Oggi è un inseguimento col fiatone.

«La prossima gara, con le prestazioni che hanno sui rettilinei, potremmo faticare a tenere il passo. Tutti chiedono “Chi pensi sia più veloce?”: la Ferrari ha la velocità, ha un vantaggio nei nostri confronti, da un un po’. Nelle ultime due gare prima di questa (Germania e Ungheria; ndr) noi abbiamo fatto un lavoro migliore anche se erano loro ad avere le macchine migliori.

Ma se giochi con un mazzo di carte e stai bluffando, puoi farlo solo un certo periodo prima che l’avversario se ne accorga. Possiamo ancora batterli, non so in quali gare avverrà. Avremo miglioramenti delle prestazioni in arrivo ma sono certo arriveranno anche per loro, quindi non so prevedere quando accadrà».

Toni realistici, di un campionissimo che è pur sempre al comando del mondiale ma sente il vento in poppa soffiare per l’altra barca, salvo imprevedibili “salti” - leggi errori, di piloti o squadra -. «Se fossimo stati sullo stesso livello o dietro in campionato, perdere sarebbe stato più doloroso. Senza dubbio abbiamo commesso meno errori quest’anno, dovremo provare a continuare così perché conta».

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Il Gran Premio d’Italia esporrà ancora il vantaggio aerodinamico e motoristico della Ferrari, con un altro fattore tecnico rilevantissimo in grado di fare la differenza: la trazione. Toto Wolff è stato chiaro nell’esaminare le debolezze tecniche della W09: «Devi interrogarti dopo giornate come questa. Guardo la gara e trovo tante lacune. Siamo un team forte ma ci sono deficit evidenti che fanno sì non rendiamo come ci aspetteremmo. Non si tratta di qualcun altro che ci sta superando nelle prestazioni, si tratta di trovare gli indizi per capire i motivi del nostro rendimento inferiore. I deficit sono nelle curve lente e in trazione, li riassumerei come le debolezze principali al momento. Eravamo chiaramente la macchina che scaldava di più le gomme rispetto a Ferrari, alle Red Bull e alle Force India». Non a caso, il blistering sulla posteriore sinistra.

Torna sulla vicenda power unit, i “tricks” richiamati da Hamilton, Toto: «Non conosco i dettagli del loro motore, vedo solo i dati del GPS e ti accorgi come hanno un vantaggio di potenza in certe parti del giro, non posso aggiungere altro. Penso siano molto innovativi, ci sono aspetti della macchina che continuano a sviluppare e portano prestazione a ogni gara da ormai 4 o 5 gare. È del tutto nella natura umana guardare prima a te stesso e quel che ti manca, quando sei battuto in pista, poi guardi i tuoi avversari».


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